Battesimo del Signore

Il commento al Vangelo di domenica 10 gennaio 2016

9 Gennaio 2016

Siamo ancora nel tempo di Natale, ma la scena che ci accoglie oggi è del tutto nuova. Non più Betlemme ed il presepe, ma le rive del Giordano, dove Gesù si mescola alla folla che va da Giovanni a farsi battezzare. E proprio lì inizia la sua missione pubblica, con la forza dello Spirito e la voce del Padre che lo dichiara “il Figlio amato”. Secondo il Vangelo, Gesù viene battezzato da Giovanni insieme con il suo popolo: l’evangelista sottolinea volutamente l’unità di azione di Gesù con il popolo: insieme a tutti gli altri Egli non si sottrae, ma rimane in obbediente disponibilità alla volontà del Padre. Si evidenzia così, allo stesso tempo, la solidarietà di Gesù con noi, suo popolo, ma anche l’abbassamento iniziato con l’incarnazione, al servizio di ogni vera umanità.Come suggerisce Roberto Laurita: “Ci sono tre elementi che possiamo evidenziare: Il cielo che si apre ci dice che siamo ad una svolta decisiva la storia. Dio partecipa a quanto sta accadendo e “fa segno” per indicare la direzione da prendere. La colomba evoca chiaramente il dono dello Spirito, effuso con abbondanza prima su Gesù, a partire dal battesimo, e poi sui suoi discepoli dopo la Pentecoste. Esso è da collegare sempre alla missione: quella di Gesù e poi quella della Chiesa. La voce dal cielo costituisce una conferma del ruolo di Gesù e segnala l’inizio di una nuova tappa del suo ministero.  Ebbene sì: quell’uomo, all’apparenza simile a tutti gli altri uomini, quell’uomo che vedremo sulla croce sfigurato dai tormenti, lacerato nelle carni, è veramente il Figlio di Dio, l’amato, colui che realizza la volontà del Padre”.La Festa di oggi diventa l’occasione per riscoprire il nostro Battesimo. Teologicamente parlando il Battesimo è immersione nella morte e risurrezione di Gesù, ma è, anche, un immergersi nello Spirito che ci fa partecipi della comunione con Gesù Cristo ed, attraverso di Lui, con il Padre. In questo modo, il Battesimo ci inserisce anche a pieno titolo nella famiglia dei “figli” di Dio. Nella memoria viva del nostro Battesimo, Dio continua a sceglierci come figli amati ed a comunicarci nuova vita nel suo Spirito. Ci rende capaci di essere “testimoni”. Il Battesimo di Gesù ne è il paradigma esemplare: ricollegarci a questa sorgente originaria significa, dunque, ravvivare le potenzialità che qui sono state depositate.La voce del cielo esprime il compiacimento del Padre nei riguardi di Gesù, che ha accettato ed accolto la sua missione di servo in mezzo agli uomini.Nasce qui un interrogativo concreto: sappiamo interpretare il nostro battesimo come il luogo nel quale Dio si compiace anche di noi?Ci sentiamo parte viva della Chiesa?Ritorniamo alla fila del fiume del Giordano. È lo stile di Dio: il mettersi in fila con i peccatori. Questo stile diventa occasione per riscoprire un nuovo modo di essere annunciatori ovvero imparare a mescolarci alla gente per portare dovunque la parola del Signore. Sapremo sfuggire alla tentazione di pensare solo a noi stessi? Lo Spirito ci accompagni in questa missione e ci doni ogni giorno la sua saggezza e la sua audacia.