XXVI^ domenica del tempo ordinario

Il commento al Vangelo di domenica 27 settembre 2015

23 Settembre 2015

Sarebbe bello leggere tutto insieme il capitolo 9 di Marco! Emergerebbe chiaro il desiderio dell’evangelista di aiutare il lettore a riflettere sullo stile di vita che deve caratterizzare la Comunità dei credenti in Cristo.Dopo aver messo in evidenza l’umiltà con cui vivere la ministerialità nella Chiesa, Gesù invita la sua Comunità a non essere gelosa ed a saper accogliere con gioia tutto ciò che si compie nel suo nome!L’episodio narrato dal Vangelo a proposito di un uomo che agisce nel nome di Gesù anche se non è tra coloro che lo seguono, con la conseguente reazione preoccupata di Giovanni diventa il pretesto per avvisare una nuova riflessione. Gesù non mostra un atteggiamento di chiusura verso queste persone (coloro che agiscono in nome di Gesù senza essere discepoli); la Fede non è riservata a pochi né può essere monopolizzata. Dio agisce, anche, al di fuori degli schemi e dei confini dell’istituzione.Con questo rimprovero Gesù invita a superare l’egoismo di “elitè” che talvolta abita nelle nostre Comunità; usando un linguaggio tecnico potremo dire che Gesù ci invita ad aprire il cuore alla liberalità dell Spirito. Nasce spontanea, quindi, una domanda: come Chiesa siamo invidiosi quando scopriamo gesti e segni di bene che si compiono “fuori” dal nostro “giro”, dalla nostra Comunità?Gesù, però, non si ferma alla risposta ma invita ad andare oltre. Più che lamentarsi degli altri, di chi sta fuori riflettiamo sul nostro stile di credenti. Ecco, allora, il tema centrale dello “scandalo” che significa “essere di inciampo”. Esiste uno scandalo verso i più piccoli: è l’atteggiamento di chi, con il proprio comportamento, rende poco trasparente la Fede o, peggio, la modifica a propio uso e consumo.Parafrasando le riflessioni della lettera di Giacomo, potremmo approfondire dicendo che lo scandalo consiste nella Fede senza le opere, o meglio nelle opere in contrasto con la Fede che si professa. Una Fede, vissuta in tal modo, rappresenta un ostacolo per chi cerca il messaggio di Cristo attuato dai suoi discepoli e, di conseguenza, quasi un impedimento per aderire al Signore. Chi si sente lontano dalla Fede cristiana a causa dell’incoerenza dei cristiani subisce lo scandalo della loro contro testimonianza.Scandalo è, quindi, non vivere autenticamente la fede e allontanare anche altri dal Vangelo; scandalo è dare l’immagine di un cristianesimo chiuso, intransigente e senza misericordia, offrendo così al mondo una falsa immagine del Dio di Gesù Cristo.La via per evitare lo scandalo, o superarlo quando dovesse verificarsi, è solo quella del Vangelo, della testimonianza vissuta in umiltà e coerenza.Nell’Eucarestia che celebriamo chiediamo al Signore come discepoli, e come Comunità, di avere un cuore grande ed accogliente capace di rallegrarsi del bene che viene compiuto e soprattutto la coerenza tra la vita e il Vangelo di Gesù.