XVIII^ domenica del tempo ordinario

Il commento al Vangelo di domenica 2 agosto 2015

31 Luglio 2015

C’è una grande somiglianza tra questo brano, che la Liturgia ci propone in questo XVIII Domenica del Tempo Ordinario, ed un altro, quello della Samaritana: “Signore dammi sempre di quest’acqua” ; “Signore dacci sempre questo pane”. La chiave di lettura del brano odierno, quindi, sta nell’aver fatto esperienza di un pane diverso che entra nell’interiorità del nostro cuore.Il cibo che perisce è per eccellenza il cibo che soddisfa il bisogno materiale dell’uomo. Ciò non significa che l’uomo non debba provare questo tipo di fame, ma che questa fame non è l’unica!Nel brano Gesù chiede ai discepoli, e quindi anche a noi, un salto di qualità nel vivere la propria interiorità; è come dicesse “non lasciatevi ingannare da una fame passeggera per la quale non vale la pena affannarsi, o non spendete troppe energie per trovare il pane che elimini tale fame; cercate, invece, il cibo che elimina quella fame che è dentro voi e che nessun cibo materiale può estinguere”.Gesù, quindi, non parla di un fame “materiale”, ma di una fame “spirituale” quella di trovare un senso autentico e vero nella propria esistenza.Alcuni veloci spunti di riflessione.Il primo: il riferimento con Mosè e la manna. C’è un evidente rimando all’esperienza dl popolo d’Israele nel deserto. Probabilmente se il popolo non avesse accolto l’invito ad andare nel deserto, non avrebbe ricevuto la manna. Se i discepoli non avessero cercato Gesù “andando oltre”, non avrebbero ricevuto il pane della vita. La novità che l’evangelista c’invita a cogliere che è Gesù la nuova manna.Il secondo spunto di riflessione parte dalle motivazioni con cui andare, cercare Gesù. In fondo, oggi come allora, c’è il rischio di seguire Gesù solo perché fa miracoli, solo perché dà da mangiare. Gesù ci chiede di passare dal segno (miracolo) del Pane a Lui che è il Pane. Emerge chiaramente uno dei temi del Quarto vangelo: l’accoglienza di Gesù come Il Verbo, il Logos, l’acqua che disseta, il pane che sazia, la luce che illumina, la vita che vince sulla morte.Riprendendo in mano il testo, nel pieno dell’estate, cerchiamo qualche spazio di meditazione e interroghiamo il cuore, scrutiamo la nostra esistenza ed impariamo a leggere i segni di Dio posti costantemente nella nostra vita.