Testimonianza e persecuzione

Ger 20,10-13; Rm 5,12-15; Mt 10,26-33

18 Giugno 2020

Testimonianza profetica e persecuzione sono realtà indissolubili nella vita del popolo di Dio e nell’esperienza dei profeti. È il messaggio della Messa di questa domenica.Un messaggio che appare in piena luce nella prima lettura. Geremia è il profeta che parla in nome di Dio, e, allo stesso tempo, il testimone che, perseguitato e sofferente, preannuncia la passione del Signore Gesù nella sua stessa esperienza. La persecuzione nei suoi confronti ha inizio nella calunnia, finalizzata a delegittimarlo. Ma Geremia non si perde d’animo perché, afferma, “il Signore è al mio fianco” e, di conseguenza, i persecutori “vacilleranno e non potranno prevalere”. Nella persecuzione, alla fine, è Geremia a prevalere, perché sa a chi affidarsi: “A te ho affidato la mia causa!”. E chi affida la sua causa a Dio può alla fine lodare il Signore “perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori”.Il Vangelo di Matteo ci mette di fronte a Gesù che affida ai Dodici la missione apostolica: dopo averne indicato i contenuti, li avverte che, se vi saranno fedeli, saranno senz’altro perseguitati. Ma, subito dopo – ed è il brano che si legge oggi – li incoraggia: “Non abbiate paura degli uomini”, perché Dio conosce tutto: le persecuzioni da parte dei nemici e la fedeltà con le sofferenze di chi predica il Vangelo. Ecco allora l’appello: “Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti”. Quindi, ripete Gesù: “Non abbiate paura”: i persecutori potranno uccidere il corpo, ma non l’anima. Solo chi uccide l’anima può fare paura ai discepoli di Cristo. Dio infatti è dalla loro parte. Ecco dunque l’appello finale: chi riconoscerà Gesù anche nella persecuzione, sarà salvato; sarà il Signore stesso a riconoscerlo davanti al Padre. Il discepolo perseguitato, anche se muore, ha dalla sua parte la testimonianza di Gesù, che diventa salvezza.Importante il brano della lettera di san Paolo ai Romani: l’umanità è stata resa vittima del peccato dal primo Adamo; ma il dono di grazia di Gesù Cristo nuovo Adamo è stato riversato su tutti gli uomini. Dio, in Cristo vuole la salvezza di tutti: sta agli uomini scegliere se stare con l’umanità peccatrice o con quella salvata.Ecco, allora, il messaggio della Messa: la storia dell’uomo sarà sempre confronto tra chi sta con Cristo, diventandone testimone e profeta, e chi sta dalla parte del vecchio Adamo, facendosi persecutore dei seguaci di Cristo. Chi sta con Cristo sa che sempre subirà persecuzione, ma, anche morendo, sarà con Cristo; e sa che nessuna persecuzione potrà cancellare la presenza di Cristo e della sua Chiesa dalla storia del mondo. Vale anche per noi oggi, in particolare per i fratelli perseguitati in molte parti del mondo, l’appello alla fiducia: chi è con Cristo non teme la persecuzione e la morte.