La Parola
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"Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette"

Sir 27, 30 - 28, 7; Sal.102; Rm 14, 7-9; Mt 18, 21-35

Parole chiave: Vangelo (223), Parola (190)

Contro chi sono i peccati?
E qual è la differenza tra quelli contro Dio e quelli contro gli altri?
Anche in questo Vangelo Gesù lega la terra al cielo, il perdono di Dio al perdono reciproco: si esige lo stesso gesto perché dal nostro rapporto con il Signore nasce anche la natura delle nostre relazioni.
Siamo sempre sul terreno delle due facce dell’unico comandamento dell’amore.
I debiti si pagano, a cominciare da quelli nei confronti di Dio; questo dice la paura religiosa dell’uomo di fronte alla morte. La parabola però racconta com’è Dio e come si comporta con l’uomo attraverso l’uso di tre azioni necessarie anche alla nostra fede e alla nostra vita: avere compassione, lasciare andare, condonare il debito.
Questo è nel petto della fede e della rivelazione cristiana che è talmente nuova al punto che il Figlio di Dio, per essa, deve morire.
La Pasqua di Gesù è il vero commento di questa parabola.
Gli altri dei sono quasi sempre una caricatura di Dio Padre, l’unico vero Dio, ma del Padre si può dire solo a partire da Gesù Cristo in quanto Verbo del Padre; la Parola è il Signore Gesù Cristo.
Questa parabola non è una puntata del Vangelo, ma la trama della realtà con le esigenze che Gesù rivela da parte del Padre; è il suo progetto.
I numeri sette e settanta richiamano persino il libro della Genesi: “Chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte! … Lamec disse alle mogli… Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamec settantasette”.
In un mondo ormai dominato dalla spietatezza e dalla vendetta, Dio stabilisce la suprema legge della misericordia.
E sempre nel Vangelo di Matteo c’è la grande pagina del giudizio finale dove ai servi è chiesto molto di più che alle genti che non hanno conosciuto Gesù.
È abissale la differenza tra l’immane debito del primo servo verso il padrone, e il piccolo passivo che il suo compagno ha nei suoi confronti.
Impagabile è il debito che ogni uomo e ogni donna del mondo, a partire dai discepoli/cristiani, ha nei confronti di Dio.
La nostra vita nasce nuova dalla misericordia di Dio.
Si capisce il forte legame tra questa parabola e la preghiera del Padre nostro che Gesù ha insegnato a tutti noi, dove il perdono divino è condizionato dal reciproco debito di perdono.
È l’unica condizione posta da Dio.
L’esperienza, purtroppo, dice che siamo poco perdonati e poco perdoniamo. Il perdono: un dono che ci precede; noi non saremmo capaci di farlo..
Angelo Sceppacerca

© Voce Isontina 2023 - Riproduzione riservata
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