1° gennaio: Maria Madre di Dio

Il Vangelo di giovedì 1 gennaio 2015

30 Dicembre 2014

Iniziamo il nuovo anno civile in compagnia di Luca. Il brano che la liturgia ci regala in questo 1 gennaio ci rimanda ancora una volta ai racconti della nascita e dell’infanzia del Signore.Invito le persone a prendere in mano il testo lucano (2, 16-21) ed a sottolineare, con un colore, i verbi che dicono azioni compiute dai Pastori… “andare”, “trovare”, “tornare”, lodare”: sono tutti verbi di movimento che ruotano intorno ad un centro che è “il bambino che giaceva nella mangiatoia”. É Lui l’oggetto della contemplazione e successivamente dell’annuncio dei pastori ed è il motivo della loro gioia che, poi, si esprimerà nel dare gloria a Dio.Il testo, quindi, ci rimanda all’evangelizzazione: di bocca in bocca un uomo narra all’altro che il Salvatore è nato, che finalmente il compimento sorprendente delle attese dell’uomo si è donato. Udire, vedere, trovare Gesù non può lasciare indifferenti o fermi. Mi domando se noi abbiamo sperimentato la gioia dei Pastori… se la nostra esperienza di Cristo è così BELLA da essere comunicata a chi ci sta intorno. Come vivo la mia Fede? Mi riconosco nei pastori che si muovono, lasciando i recinti delle loro certezze? Con un altro colore, invece, ci soffermiamo su Maria: serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. Gli eventi della storia spesso si susseguono a ritmo  incalzante che rischiamo di non capirne o leggerne i significati. Maria c’insegna a fermarci, a ricomporre nel silenzio della nostra vita gli eventi che abbiamo vissuto alla luce della Parola: questo diventa preghiera.Come appuntiamo sulle nostre agende appuntamenti ed impegni, così dovremmo imparare a trovare del tempo per fare come Maria… trovare quel filo rosso che lega le varie esperienze della nostra vita.Rileggendo la prima lettura di oggi alla luce del Vangelo potremo, inoltre, dire che il volto del Signore risplende per ciascuno di noi nel volto del fratello. Il Signore ha rivolto a noi il suo volto rivelandolo in Gesù di Nazaret. Il dono della pace è il frutto del nuovo legame filiale con Dio e fraterno tra noi. In Gesù contempliamo la pienezza del tempo. Una pienezza che è di grazia. Ogni tempo, ogni spazio, ogni persona, ogni materia (T. de Chardin) è riempita dalla benedizione di Dio, dalla sua grazia, dalla sua presenza. È il dono dello Spirito che riempie l’universo fino al cuore di ciascuno di noi. Dio nell’incarnazione ha scelto il tempo. Il tempo, la storia, il calendario che avanza, l’orologio che scorre non sono vittima di una necessità opprimente, ma sono sotto la benedizione di Dio che ci dona un tempo per generare anche noi, come Maria, nel tempo il Signore del tempo.