Is 58,7-10; 1Cor 2,1-5; Mt 5,13-16
Sono trascorsi 40 giorni dopo il 25 dicembre, giorno in cui si celebra la nascita del Signore e oggi, Domenica 2 febbraio, celebriamo la festa della Presentazione al Tempio di Gesù.
Celebriamo la terza Domenica del tempo ordinario e il Vangelo di Matteo ci invita a riflettere su due chiamate che Gesù fa a Simone e Andrea e ai due fratelli figli di Zebèdeo, Giacomo e Giovanni.
La terza Domenica di Avvento è chiamata anche “gaudete”: il Natale del Signore si avvicina e la Chiesa ci invita a gioire di questo evento ormai prossimo, le vesti liturgiche assumono il colore rosaceo, il viola sbiadisce e lascia spazio a un tono più tenue, segno di un’attesa alleggerita dall’ormai prossima venuta del Figlio di Dio in mezzo a noi.
Gen 3,9-15.20; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38
Con questa Domenica inizia per tutta la comunità dei credenti il tempo di grazia dell’Avvento
"Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà”. Ogni Domenica concludiamo la nostra professione di fede con queste parole che dovrebbero esprimere non solo una delle convinzioni più profonde del nostro credo ma dovrebbero illuminare anche il nostro modo di vivere.
Es 17,8-13; 2Tm 3,14-4,2; Lc 18,1-8
Memoria e gratitudine sono realtà profondamente radicate nella fede ebraica dei padri, fare memoria e rendere grazie rappresentano elementi caratteristici della religione giudaica e trovano nel mistero pasquale il loro compimento ultimo e definitivo.
Poveri e ricchi, sfruttati e sfruttatori, onesti e disonesti di fronte al giudizio di Dio. È il tema di cui ci parla oggi la Parola di Dio.