Osare la pace: difficile?
Partita da Gorizia la carovana promossa da oltre 140 aggregazioni che ha raggiunto Leopoli per portare aiuti alle centinaia di migliaia di profughi accolti in città

Anche a Gozo (Malta) papa Francesco insiste:"La gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro che, o sarà insieme, o non sarà, Ora nella notte della guerra che è calata sull’umanità non facciamo svanire il sogno della pace".
Con quale faccia intende presentarsi ora l’Europa, costretta a confrontarsi con un conflitto che non si combatte lontano - com’è accaduto e continua ad accadere in tante altre del mondo - ma che gli è scoppiato "dentro casa"? Davanti alla guerra, spavaldamente "luogo di morte, dove i potenti decidono ed i poveri muoiono"(come dice papa Francesco), davanti agli orrori di violenze e distruzioni che quotidianamente ci vengono documentate, davanti all’esodo continuo di mamme,bambini ed anziani che, persa la casa, cercano fuggendo di salvare almeno la vita...noi stiamo a guardare? O mentre i tentativi diplomatici si impantanano, ci illudiamo che la risoluzione stia nell’invio di armi agli ucraini?
Ma anche no. Nel silenzio della maggior parte dei media, quella che con una certa sufficienza viene definita da alcuni "la galassia del pacifismo e della non violenza" ha ripreso a far sentire la sua voce, e non solo nelle manifestazioni di piazza, convinta a non voler restare spettatrice dello scempio, perché sente l’obbligo di esporsi in prima linea, dalla parte delle vittime del conflitto, che sono i civili. Così, sotto l’insegna di "Stopthewar. Facciamo la pace" si sono ritrovati movimenti ed associazioni di ogni parte d’Italia e degli schieramenti più diversi, sociali, politici e religiosi. Sotto il coordinamento organizzativo della Comunità Papa Giovanni XXIII, oltre 140 aggregazioni, tra cui AOI, Focsiv, Pax Christi, Arci, Libera, Nuovi Orizzonti, Legambiente, Pro Civitate Christiana, Un Ponte per, Rete Pace Disarmo, Beati Costruttori di Pace, Movimento dei Focolari. "Sullo sfondo" osserva Riccardo Michelucci su Avvenire "un’idea a metà tra realtà ed utopia: replicare in Ucraina quanto accadde a Sarajevo nel 1992, quando il Popolo della Pace marciò nella città assediata". E don Tonio Dell’Olio, che ora come presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi partecipa all’iniziativa, ricorda di aver marciato allora a fianco del Vescovo Tonino Bello: "Il fatto stesso che trent’anni dopo noi riprendiamo quel filo significa che quel sogno si è trasformato in progetto! Noi ci muoviamo per incontrare persone che non hanno scelto la guerra, ma la subiscono. Pacifismo vuol dire agire e non girarsi dall’altra parte".
Partendo da Gorizia la Carovana della Pace ha attraversato Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Polonia per entrare in Ucraina e raggiungere Leopoli, una città di 700 mila abitanti che ora accoglie 200 mila profughi. La Carovana si è snodata come una colonna lunga un chilometro, formata da una sessantina tra minivan, pullmini, camper, su cui hanno trovato posto 221 volontari. Ci sono 30 tonnellate di aiuti umanitari, per un valore di un milione di euro, pervenuti da donazioni. Sui mezzi all’andata è stato distribuito il carico di generi alimentari, farmaci, presidi sanitari, taniche di gasolio da distribuire alla popolazione tramite la Caritas e l’Operazione Colomba; al rientro i mezzi hanno trasportato circa trecento persone (donne, bambini, anziani, disabili) che intendono allontanarsi dalle zone più colpite dalla guerra: per essi si è già predisposta l’accoglienza in Polonia ed in Italia. Sabato 2 aprile, dopo l’incontro con le autorità religiose e civili e le Ong locali, la Marcia della Pace è sfilata in città, tra la stazione ferroviaria e la piazza del Municipio, per manifestare alla gente una presenza solidale.
Gesti concreti, segni di pace.