L’altra metà degli invisibili
Su Youtube si presenta Lorenzo, un bambino pugliese di sei anni, voce sicura e viso espressivo, un fare spigliato ed accattivante, insomma.

Si fa riprendere dal suo papà perché vuol far sapere al "Carissimo Primo Ministro Giuseppe Conte" di cui ha seguito tutte le conferenze e pure l’ultima "attentamente", che non vi ha trovato attenzione alla "situazione" dei bambini.
Per spiegare di cosa parla, Lorenzo racconta delle sue giornate chiuso in casa, ripetitive, tutte uguali, in cui i contatti con l’esterno sono affidati alle video-lezioni ed ai compiti sul tablet; uniche pause: colazione, pranzo e cena. Finora lui ha rispettato le regole, ma ora è proprio stufo di constatare che "Noi bambini restiamo a casa e basta!"e richiede accorato, ma anche fiducioso, al Presidente: "Tu devi trovare una soluzione per noi bambini, sennò noi non potremo né andare a scuola né fare la nostra normalità... il mare,le passeggiate... Se tu trovi le soluzioni solo per i grandi, noi bambini cosa dobbiamo fare?"
"Non esistono storie umane insignificanti o piccole" - è stato osservato di recente, a margine del messaggio di Papa Francesco sulle comunicazioni sociali - perché in ognuna possiamo trovare ciò che Cassirer chiama "la complessa ed aggrovigliata trama dell’esperienza umana". Io credo che se ne ritrovi traccia in questa "piccola storia" del bambino Lorenzo, che parla per sé, ma pure a nome e per conto degli altri bambini. Da sottolineare ,in questo, il tratto di vera fiducia verso un referente istituzionale comune, cui rivolgersi assieme ad altri, che si sentono reciprocamente "degni di fiducia", con(m)-pagni di destino. Al di là della pratica, imposta dal Covid 19, di quel "distanziamento sociale" che sarebbe meglio chiamare "distanziamento fisico", perchè se restano distanti i corpi, i legami interpersonali non devono necessariamente risentirne.
La domanda di socialità, frustrata da mesi di domiciliarità, rimane forte, come osserva il sociologo Ilvo Diamanti, e richiede di preparare un piano delle relazioni sociali che sostenga quella solidarietà che si è generata nell’emergenza sanitaria con l’esperienza della paura.
E così Lorenzo è diventato la voce dei bambini e ragazzi, alunni ed allievi di una scuola che dalla fine di febbraio, in alcune zone d’Italia, o a inizio marzo in altre. è stata dichiarata "chiusa" per decreto. Rimasti in casa, silenziati e silenziosi davanti ad uno schermo - chi l’aveva - per assistere alle videolezioni. Un esercito (infelice questo termine militare, ma, credo, simbolico) disciplinato di obbedienti alle regole. Più o meno ottomilioni e mezzo di persone - alunni, scolari, allievi - dalla scuola dell’infanzia alla scuola superiore... simmetricamente al mondo degli anziani e dei disabili adulti hanno costituito l’altra metà del popolo di invisibili o piuttosto dei non visti, dei trascurati che non hanno trovato accoglimento nel panorama delle priorità, ribaltato dalla pandemia scatenata dal Coronavirus.
"Con la Didattica a distanza ritorno burattino" appariva su un cartello e la giornalista Ilaria Venturi su La Repubblica annotava "dire che la scuola ricomincia a settembre è scorretto, perchè la scuola non è un cantiere che apre e chiude, ma è un processo che accompagna la costante trasformazione di chi sta crescendo". Attori protagonisti,non comparse. Il nostro futuro, tutto da costruire e rappresentare.