Croci e crocifissi
Cosa ci significa "lontano"?

Venerdì Santo, 3 aprile 2021.
E ci ri-siamo dentro una Settimana Santa in tempi di pandemia, a confrontarci con i ricordi dei nostri comportamenti "di prima" e la realtà di quelli "di adesso".
Osserviamo che manteniamo le distanze quando ci incontriamo fisicamente e riduciamo o eliminiamo cortei e processioni, però stiamo comunque vivendo in un mondo interconnesso che ci rende prossimi e vicini, tanto che contenuti e messaggi anche quando ci arrivano da lontano continuano a collegarsi strettamente in noi.
Ma cosa ci significa "lontano" ?
Per lontano nello spazio: la Lituania in cui Riccardo Larini annota nel suo blog "Ho fame e sete di parole vere, che sembrano quasi impossibili da trovare"; la Via Crucis presieduta dal Papa, che, tramite la Tv, ci viene in casa dalla Piazza San Pietro.
Per lontano nel tempo: in un venerdì santo di tanti anni fa, quando la celebrazione dei riti pasquali era occasione per esporre antiche opere d’arte conservate negli armadi sacri, spiazzò l’inusuale richiesta del predicatore del Triduo Pasquale, don Chino Biscontin: "Non tiratemi fuori nè il prezioso crocifisso dorato di fattura barocca nè la bella croce di mogano con il Cristo d’avorio ma voglio due semplici pezzi di legno uniti a formare una croce. Partiamo da qui, da una Croce spoglia,"nuda" che porteremo durante la Via Crucis: saremo noi a proiettare sulla Croce i crocifissi di oggi e di ogni tempo!"
Qui, nel presente, dal divano di casa assistiamo alla Via Crucis romana, spostata dal Colosseo alla Piazza San Pietro.
Una regia televisiva gioca sui primi piani e sugli sfondi, sulle luci e le zone d’ombra dei palazzi, sulle sagome scure delle poche persone presenti ed immobili, soffermandosi sul corteo di bambini, accompagnati da adulti, che si sposta dal sagrato seguendo una croce, segnata da piccoli fuochi, tracciata sul selciato della piazza.
Poi ruota attorno all’obelisco e torna verso la facciata della Basilica, dove un cono di luce illumina un grande Crocifisso che spicca sul drappo rosso scuro del fondale.
Dall’invocazione di esordio, "Signore, illuminaci in questa notte buia, perché non ci smarriamo in questo momento difficile" via via le stazioni della Via Dolorosa impegnano in 14 soste di riflessione, che gli stessi bambini e ragazzi (alcuni di un gruppo scout e altri ospiti di Case Famiglia) traducono in parole e disegni che esprimono la loro personale esperienza di dolore, di solitudine,di perdita,di bisogno di affetto, di ricerca di aiuto e condivisione...
Meditazioni semplici, esperienze concrete, che hanno il coraggio e la semplicità di narrare ad alta voce.
La croce, esile e scura, leggera quel tanto da poter essere sorretta dalle braccia di un ragazzino/a cambia di mano in mano ad ogni passaggio di stazione. L’ultimo passaggio tocca a Selvaggia - esile e minuta nel suo giaccone rosa ciclamino che emerge vivace nel nero della processione - che afferra saldamente quella croce nuda, sale verso Papa Francesco e gliela consegna con un lieve inchino. Un po’ impacciata si ferma un attimo,timidamente si guarda le mani vuote e... quasi a dire "E adesso dove le metto?" se le infila nelle tasche del cappotto e torna nell’ombra.
Papa Francesco appoggia la fronte sul legno di quella croce spoglia, mentre noi sentiamo le parole di commiato dei bambini "Quando il percorso della vita ci mostra strade difficili,mostraci la Speranza della Pasqua!"