L'Elzeviro
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All’insegna della Bandiera delle tre gocce

“L’evento sportivo più trasformativo del mondo"

Parole chiave: paralimpiadi (1)
All’insegna della Bandiera delle tre gocce

Per la seconda volta nella storia dei Giochi Olimpici spetta a Tokyo, cinquantasei anni dopo la precedente edizione, ospitare nuovamente i Giochi Paralimpici. E, benché si stiano svolgendo senza il conforto ed il sostegno dei primi piani televisive che hanno accompagnato le Olimpiadi appena terminate, hanno ricevuto sui nostri quotidiani e telegiornali un’adeguata risonanza, anche per i successi ottenuti dai nostri atleti, che hanno dato una "valanga di medaglie per l’Italia": ne sono arrivate addirittura 9 in un solo giorno!
Ma, al di là dei ringraziamenti che dobbiamo alla squadra per averci regalato un medagliere così ricco,  dobbiamo riconoscere ad ognuno di loro ed alla squadra tutta che "offrono una testimonianza di speranza e di coraggio" come ha sottolineato Papa Francesco nel salutarli nella giornata di apertura dei Giochi, riprendendo un pensiero già espresso "Quando vedo di che cosa sono capaci certi atleti che portano impressi nel loro fisico qualche disabilità, rimango sbalordito dalla forza della vita"(Intervista alla Gazzetta dello Sport,  2 gennaio 2021).
Presentando l’evento, il Presidente del Comitato Paralimpico Internazionale, Andrew Parsons, lo ha definito “l’evento sportivo più trasformativo del mondo", perché lascia in eredità al Paese ospitante una nuova percezione delle persone con disabilità. Anzi avvia ad un vero e proprio cambiamento di mentalità, cioè la diversità che viene dalla disabilità è intesa come una forza, non una debolezza.
Lo dimostrano gli atleti in gara con la loro abilità, forza e determinazione, rafforzate nella fatica e nel sudore di un allenamento che punta a realizzare il loro potenziale. Per questo lo sport deve essere accessibile a tutti, perché è un mezzo potente di cambiamento e di integrazione.
Così "Noi abbiamo le ali" è il motto che contraddistingue questa edizione dei Giochi Paralimpici, a significare la capacità di superare difficoltà apparentemente insormontabili mediante le ali che  fanno decollare verso la realizzazione di un sogno. Non per caso il logo scelto è formato da tre agitos (dal latino agito: io mi muovo) che colgono i tre aspetti più significativi dell’agire umano: Mente (colore rosso) Spirito (colore blu) Corpo (colore verde): la bandiera delle 3 gocce.
Bebe Vio, la splendida atleta in carrozzina, che ha riconfermato il podio ottenuto alle Paralimpiadi  di Rio 2016, con nuove medaglie, d’oro e d’argento, nel fioretto singolo ed a squadra, dice: "Vorrei riuscire a far capire agli altri che il tuo punto debole può diventare quello di cui tu vai più fiero". Così provocatoriamente dice: "Se sembra impossibile, allora si può fare"e trasforma il limite "oggettivo", che viene registrato dagli occhi di chi guarda, in una sfida. "Devi trovarti un sogno da perseguire e imparare a collaborare con gli altri in vista di raggiungere la tua meta, devi imparare a chiedere aiuto, perché "da solo non sei nessuno" e poi saper far tesoro delle critiche positive, affrontando con il sorriso ostacoli e paure". È dura, ma si può fare. Bebe Vio e le colleghe Andreea Mogos, LoredanaTrigilla per il fioretto e tutti gli oltre 4.000 atleti per provenienti da 135 Paesi lo stanno dimostrando.

© Voce Isontina 2023 - Riproduzione riservata
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