L'Elzeviro

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È arrivato il dopo, quel tempo che abbiamo atteso e che ci pareva irraggiungibile perchè lo immaginavamo proiettato in un domani senza contorni.

Siamo stati fermi, responsabilmente, nel tempo lungo della quarantena. In attesa dei bollettini quotidiani che quantificavano le cifre italiane della pandemia e poi dei decreti governativi che ne analizzavano l'andamento e scadenzavano le fasi delle riaperture.

Un grande Paese l’America. Ma "Grande" non si è mai dimostrata l’America verso i neri, suoi cittadini almeno di nome, ma forse non del tutto tali, visto che continuano ad essere etichettati afroamericani, come fossero inchiodati alla loro origine.

Su Youtube si presenta Lorenzo, un bambino pugliese di sei anni, voce sicura e viso espressivo, un fare spigliato ed accattivante, insomma.

Mentre la Fase Uno della quarantena si stava chiudendo, appena ieri, Enzo Bianchi, il priore di Bose, sottolineava come la crisi innescata dalla pandemia ci abbia messo di fronte alla fragilità, alla sofferenza, alla morte riprendendo un tema su cui egli si era già soffermato nel periodo dei picchi alti nei contagi.

Notizie, buone notizie che arrivano, inaspettate, e danno uno scossone di vivacità ad un nostro tempo da più di due mesi totalmente sotto scacco Covid.

Giorno due dal termine del confinamento: dalla strada mi arrivano voci di persone, rumori noti come una frenata improvvisa di un’auto, lo sbattere della portiera o lo scalpiccìo frettoloso di passi.

Al telegiornale serale del 27 aprile colgo una frase del Presidente Conte in visita a Milano:  "Bisogna lavorare anche ad un piano per l’infanzia".