Se il ministro dell'eucarestia porta la comunione a casa può fare la comunione anche chi non è ammalato?
Risposte a domande semplici per chi vive nella comunità cristiana
Il sacerdote o il ministro straordinario dell’eucarestia portano la comunione a casa prevalentemente per le persone che sono ammalate e che non possono accedere da sole alla celebrazione della messa in una chiesa. Chi ha le gambe buone e una salute che lo sostiene, in via ordinaria, se desidera nutrirsi dell’eucarestia, è tenuto ad andare in chiesa.
Tuttavia ci sono tutta una serie di considerazioni che possono rendere opportuno che anche chi non è ammalato riceva l’eucarestia in casa in occasione della visita da parte del ministro della comunione. In primo luogo può essere un momento di profonda comunione con la persona ammalata o anziana potersi nutrire dell’eucarestia nello stesso istante: due persone che magari sono state sempre insieme e che hanno partecipato alla vita cristiana insieme possono sentire, giustamente, come una carenza non nutrirsi nello stesso momento del Corpo di Cristo. Ci si deve poi ricordare che l’eucarestia è Pane che dà forza all’ammalato o all’anziano per affrontare la propria malattia o la propria infermità, ma l’eucarestia è Pane che dà forza anche a chi è chiamato ad assistere gli ammalati e gli anziani e che ugualmente può sperimentare dei momenti di spossatezza o di grande fatica fisica e spirituale. A volte chi assiste il malato/anziano si trova ugualmente confinato a casa e impossibilitato a partecipare alla messa proprio a causa della malattia o anzianità della persona che serve: di fatto l’unico momento per ricevere la comunione è quando viene portata in casa.