È vero che c’è un esame prima del matrimonio?
Risposte a domande semplici per chi vive nella comunità cristiana
Effettivamente nell’insieme delle pratiche da fare prima del matrimonio c’è anche un colloquio che veniva chiamato "esame del fidanzato e della fidanzata". Nella sua ultima versione il nome è stato cambiato in "istruttoria prematrimoniale".
Non si tratta di una serie di domande, magari a crocette, per fare un ripasso del catechismo, né si viene interrogati sul rito del matrimonio per vedere se uno è stato attento al corso di preparazione.
È piuttosto un momento molto serio e di verità in cui si fa la sintesi del percorso di avvicinamento alla celebrazione del matrimonio, e si cerca di mettere in parole le proprie intenzioni.
La serietà dell’istruttoria si vede anche dal fatto che ai fidanzati viene chiesto di rispondere alle domande sotto vincolo di giuramento, impegnandosi a dire la verità.
La prima parte serve a verificare che non ci siano legami precedenti che possano essere di ostacolo alla celebrazione del matrimonio: ci si vuole accertare dello stato libero.
La parte più consistente è sicuramente la seconda che vorrebbe far emergere se ci sono le condizioni per esprimere un consenso valido.
Si chiede pertanto di riflettere sulle motivazioni che attraggono al matrimonio, su eventuali limitazioni nella libertà della scelta, sulla propria disponibilità a vivere la fedeltà, sul desiderio dell’indissolubilità e della fecondità dell’unione, su possibili dubbi che possono esserci nel proprio cuore o in quello del partner.
La terza parte sonda eventuali impedimenti canonici alla celebrazione del matrimonio (che in realtà sono casi piuttosto rari).
Se vissuto bene questo colloquio può essere un momento molto importante che offre ai futuri sposi la possibilità di parlarsi di cose fondamentali e centrali nel progetto di essere famiglia.