Gli stadi della memoria

Tutto passa, tutto se ne va, a volte anche i ricordi perchè nella frenesia odierna quello che avviene in questo momento un minuto dopo è già passato, a volte da cancellare. Anche nel calcio dove bisogna sempre essere proiettati al futuro. Fino alla fine degli anni ’70 chi vinceva lo scudetto, passava l’estate e giungeva alla prima domenica di ottobre – in cui iniziavano i campionati – godendosi la gloria del vincitore. La Coppa Italia prendeva il via a metà settembre ed il regolamento imponeva alle società di non giocare nessun tipo di amichevole nel mese di luglio. Il calciomercato aveva una finestra di soli quindici giorni all’inizio di luglio e quindi le società si radunavano sempre dopo il 20 del mese. Le nostre squadre partecipavano allora alla Mitropa Cup: negli anni ’30 e fino agli anni ’50 si trattava di una specie di Coppa dei Campioni dell’Europa centrale. Poi con l’avvento della Coppa dei Campioni vera e propria, la Mitropa ha perso il proprio fascino prima reinventandosi come torneo fra le vincitrici dei campionati di serie B, per poi scomparire del tutto. Questo torneo vedeva la presenza dei campioni nazionali di Jugoslavia, Ungheria, Cecoslovacchia, Austria e ovviamente dell’Italia.Erano gli anni in cui si giocava in stadi sparsi in tutta Italia che poi sono stati abbandonati: l’Arena, il Vomero, l’Amsicora…Anche dalle nostre parti alcuni stadi hanno fatto la storia del calcio triveneto prima di essere abbandonati o demoliti, lasciando il passo per nuovi impianti che – in molti casi – hanno portato più sfortuna che altro alle loro squadre. Basta pensare le vicende travagliate della Triestina da quando gioca al “Nereo Rocco” o per il Padova che lasciando l’”Appiani” sta conoscendo anni difficili nel nuovo “Euganeo”.Per tutti questi motivi quando in televisione vedo le immagini delle partite casalinghe del Vicenza, mi sembra di tornare indietro nel tempo. Al “Romeo Menti” della cittadina berica si sono vissuti gli anni del mitico Lanerossi che nella stagione 1977-78 allenato da Giovan Battista Fabbri giunse secondo giocando un gran bel calcio.