“Seirenes” chiude i Concerti in basilica

Gran finale, domenica 27 settembre, per i Concerti in basilica di Aquileia, l’edizione della ripartenza, del coraggio e della fiducia nel futuro. La ’chiesa madre’ della regione, infatti, ospiterà il concerto dei Filarmonici friulani e del coro Polifonico di Ruda con la doppia direzione di Fabiana Noro e Walter Themel. Aprirà il concerto un brano di Andrea Gabrieli per orchestra spazializzata, poi sarà la volta del Polifonico con brani di Franz Schubert, Kentaro Sato, Pavel Chesnokov e Manolo Da Rold, L’orchestra ritornerà sul palco per la suite di Gianfranco Plenizio per pianoforte e orchestra d’archi con Themel direttore.L’intermezzo sarà tutto dedicato ad Alessio Domini il giovane artista regionale vincitore del primo concorso per compositori under 35 ideato e proposto lo scorso anno in collaborazione tra i Filarmonici e il Polifonico. Domini ha vinto con la composizione ’Seirenes’ che unisce alcuni passi di Leonardo da Vinci ad altri di Amedeo Giacomini e con stralci dal canto XII dell’Odissea in greco antico in una sorta di mix molto suggestivo e attraente. Domini spiegherà la sua composizione intervistato dal maestro Giuliano Medeossi, componente della giuria esaminatrice dei lavori. Quindi ci sarà la premiazione. Il finale del concerto sarà interamente dedicato alla composizione vincitrice del concorso: ’Seirenes’ per solo, coro maschile e orchestra d’archi.’’E’ stata una stagione difficile e nello stesso tempo esaltante – ha commentato Pier Paolo Gratton, direttore artistico dei Concerti in basilica – che ci ha permesso di offrire al pubblico concerti di qualità e soprattutto programmi assolutamente innovativi. Il filo conduttore dei concerti era infatti l’omaggio ai compositori del Friuli Venezia Giulia e il pubblico ha dimostrato di gradire le proposte nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia. Si è partiti dai drammi sacri medievali riscritti da Daniele Zanettovich per arrivare alla contemporaneità – ha proseguito Gratton – passando attraverso il Seicento e il Settecento fino ai ’due’ Tomadini e all’Ottocento di Giovan Battista Candotti. Abbiamo privilegiato il canto corale ma nella stagione hanno trovato spazio anche organisti e complessi d’archi con gli omaggi ad Albino Perosa, Degrassi e Mario Montico. Una stagione che fino all’ultimo è stata a rischio a causa della pandemia, ma che invece – ha concluso Gratton – ha impresso una svolta per i concerti sacri in luogo chiuso. Ora speriamo veramente in un futuro migliore’’.