I Responsori riemergono dal passato

La basilica di Aquileia ospiterà sabato 6 luglio, in prima esecuzione in tempi moderni, i Responsori della settimana santa di Leonardo Leo (1694-1744) uno dei massimi esponenti della scuola napoletana dell’epoca. Protagonista della serata – con inizio alle ore 20.45 – sarà la Nova ars cantandi di Giovanni Acciai, gruppo professionista composto da Alessandro Carmignani (canto), Andrea Arrivabene (alto), Gianluca Ferrarini (tenore) e Marcello Vargetto (basso) con Ivana Valotti all’organo.Sarà uno degli appuntamenti più importanti della stagione concertistica aquileiese organizzata dalla Socoba in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia per la direzione artistica di Pier Paolo Gratton dopo la splendida apertura con l’orchestra d’archi ’Arrigoni’ di san Vito al Tagliamento. Nova ars cantandi accompagnerà i presenti in un percorso che dal giovedì santo, In coena Domini, arriverà – attraverso la Feria sexta in passione et morte Domini – al Mattutino del sabato santo: in tutto 15 mottetti in grado di coinvolgere i presenti in un turbinìo di sentimenti. Infatti ’’la prova maiuscola che Leonardo Leo offre della sua arte con questa ghirlanda di Responsori – scrive Giovanni Acciai nella presentazione del concerto – impone di collocare il nostro musicista fra le figure maggiori del suo tempo. Egli è senza dubbio l’erede più nobile e più autorevole di quella gloriosa tradizione napoletana che da Carlo Gesualdo a Francesco Durante, da Alessandro Scarlatti a Niccolò Jommelli si era fatta apprezzare per la spregiudicatezza dell’ardimento compositivo, per la libertà dell’invenzione melodica e per la curiosità della ricerca armonica’’.

Nova ars cantandi è un complesso vocale fondato da Acciai nel 1988 e da allora ha cantato in tutto il mondo e partecipato ai più importanti festival di musica del passato. L’obiettivo del gruppo professionista è quello di far rivivere in interpretazioni rispettose della più aggiornata prassi esecutiva, i capolavori della musica dei secoli XVI, XVII e XVIII a cappella e concertante. Su tali presupposti tecnici e stilistici si fonda l’impegno del gruppo per la riscoperta e la valorizzazione di un repertorio polifonico rinascimentale e barocco, finora trascurato, soprattutto nell’ambito dei circuiti concertistici italiani.