Vivere la Settimana Santa

Avendo davanti agli occhi e al cuore lo scorrere dei giorni Santi, emerge subito il fatto che la celebrazione è incentrata sulla Parola “ma ha sempre bisogno di un’adeguata ambientazione e di una motivazione attraente dell’uso di simboli eloquenti, dell’inserimento in un ampio processo di crescita e dell’integrazione di tutte le dimensioni della persona in un cammino comunitario di ascolto e di risposta”. La Parola di papa Francesco sembra riecheggiare la stessa passione che ci coglie quando entriamo nel clima e nell’atmosfera della Settimana Santa, che è insieme espressione drammatica e di “autentica bellezza”, un sentiero che aiuta ad incontrarsi con il Signore Gesù. Ci avverte il papa a “non fomentare un relativismo estetico” che possa oscurare il legame inseparabile tra verità, bontà e bellezza, ma recuperare invece la stima della bellezza per poter giungere al cuore umano e far risplendere in esso la verità e la bontà del Signore risorto.Ed è proprio la liturgia della Settimana Santa che ci conduce, giorno dopo giorno, ad inoltrarci nell’esperienza della salvezza con la progressività del chicco di grano che affonda fino alla morte per liberare la potenzialità di vita e di resurrezione che si porta dentro.Anche noi facciamo memoria della vita del Signore accompagnandoLo nei suoi ultimi giorni. Lo acclamiamo Re e Signore di Gerusalemme mentre la città sbarra le sue porte nel rifiuto. Un trionfo che sa di beffa mentre risuona il dramma della Passione letta e partecipata dall’intera comunità. L’urlo che reclama la vittima non è un banale ricordo perché in contemporanea in tante parti del mondo tanti poveri Cristi innocenti come Lui sono crocefissi. Gli ultimi tre giorni proporranno un crescendo di emozione e di coinvolgimento fin dal mattino del giovedì quando ai presbiteri verrà chiesto di rinnovare la fedeltà e il dono della propria vita.Gli ultimi tre giorni della settimana proporranno un crescendo di emozione e di coinvolgimento fin dal mattino del giovedì quando ai presbiteri verrà chiesto di rinnovare la fedeltà e il dono della propria vita. Mentre la sera le comunità si ritrovera , mentre il celebrante rinnoverà il gesto del “mandato”. La rubrica suggerisce che a comporre la compagine degli “Apostoli della lavanda” siano le persone particolarmente impegnate in parrocchia, perché già vivono il mandato dell’amore, mentre in altre chiese si scelgono i ragazzi (con le loro famiglie) perchè incontrando quel particolare gesto di Gesù possano ricordarLo e viverLo durante la loro vita. La celebrazione della cena del Signore diventa così per tutti i presenti l’occasione straordinaria di un coinvolgimento totale perché “come ho fatto Io ripete il Signore, così fate voi” diventando insieme con Lui Pane che si spezza per la salvezza di molti.L’azione sacra del Venerdì richiede a tutti i cristiani di rivivere la Passione e la Morte del Signore: non ci sono spettatori ma attori, protagonisti della storia che si ripete tra noi, nel racconto della Passione, nella preghiera universale, nell’emozione sospesa dello scoprimento della croce, svelando così il Corpo piagato del Cristo al quale grandi e piccoli porgono il bacio con affetto e riconoscenza: il chicco di grano ha scelto di interrarsi e darà così vita nuova e abbondante. Il pane spezzato e condiviso a chiusura dell’azione sembra faticosamente rassicurarci che Egli è sempre con noi. E ritornando a casa non potremo chiudere gl’occhi sull’insostenibile follia della croce proprio perché “chi vuole seguirLo deve prendere la propria croce ed è questo nell’esperienza cristiana il caso serio della nostra vita”.La lunga attesa della grande Notte ci condurrà attorno al fuoco nuovo acceso per dire insieme che il vecchio che è in noi va bruciato e che si affaccia una nuova vita significata dal cero acceso che rappresenta Gesù risorto. Entrando nella chiesa buia dove via via quasi con la fatica di un risveglio dopo le lunghe ore di silenzio e di oscurità la comunità si sentirà proclamare l’Exultet della gioia pasquale e ripercorrerà passo passo i brani della storia della salvezza fino all’esplosione della gioia con il canto del Gloria Pasquale. Per dire ancora la novità che segue la Pasqua del Signore sarà benedetta l’acqua nuova e il fonte batesimale e tutti saranno richiamati a rinnovare le promesse di quel giorno e la professione della fede. La solennità e la gioia della messa Pasquale sembreranno far dimenticare il buio dei giorni precedenti, ma questo sarà vero nella misura in cui ciascuno di noi saprà vivere con coerenza e fedeltà la propria adesione a Cristo Signore, con la certezza che Egli è con noi tutti i giorni “fino alle fine del mondo “ (Mt, 28). In conclusione vivere la settimana Santa è certamente entrare nella Carne viva del Cristo, sentire che Egli soffre in tanti fratelli, che il sague cola da tante croci, ma insieme credere che il “non ancora” della resurrezione per molti è garantito comunque misteriosamente ma veridicamente dal Suo farsi Compagno di Viaggio, anche se, come i due di Emmaus, tanti non lo sapranno riconoscere forse perché noi cristiani no abbiamo saputo mostrare il Risorto con la nostra vita.