Una Chiesa giovane

Una Chiesa che svolge il proprio sguardo ai giovani è una Chiesa che costruisce, pietra su pietra, il proprio futuro. È questa la “pietra angolare” su cui è stata pensata e viene proposta agli operatori pastorali, l’Assemblea diocesana in programma da lunedì 5 a mercoledì 7 (dalle 20.30 alle 22.30) nei locali della parrocchia di San Nicolò a Monfalcone.

Un appuntamento che offre, innanzitutto, la possibilità di una verifica del cammino percorso in questi mesi: verifica alla luce di quel “discernimento” che è bussola per “essere cristiani, essendolo e sentendosi così sempre”, secondo la proposta rivolta dal vescovo Carlo nella sua Lettera al “Cristiano della domenica” da attuarsi partendo – come sottolinea il Documento preparatorio della XV Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi in programma il prossimo anno – sui tre pilastri del riconoscere, interpretare, scegliere.

E proprio nell’impegno ad essere capaci di vivere la fede nella quotidianità si inserisce la presenza dei giovani durante la Tre Giorni: l’attenzione alla fascia giovanile viene spesso delegata ad alcuni “professionisti” chiamati a lavorare con essa mentre deve divenire preoccupazione per tutta la comunità cristiana di cui i giovani non sono accessorio ma parte integrante e costitutiva. “La Chiesa – prosegue il Documento sinodale – vuole ribadire il proprio desiderio di incontrare, accompagnare, prendersi cura di ogni giovane, nessuno escluso. Non possiamo, né vogliamo abbandonarli alle solitudini e alle esclusioni a cui il mondo li espone”.

È stato così tracciato un percorso – con una tavola rotonda ed alcuni stand nella prima serata dopo l’intervento introduttivo del vescovo Carlo – per offrire agli operatori pastorali “adulti” uno spaccato di tutte le cose belle che i giovani sono capaci di vivere e proporre alle nostre comunità ed alla società senza tralasciare la riflessione su cosa essi pensino delle parrocchie, dei movimenti, delle associazioni in cui sono (più o meno) inseriti e con quali occhi guardino al futuro proprio e della Chiesa.

In questo cammino si inseriranno la testimonianza – martedì – affidata a don Michele Falabretti, incaricato nazionale per il Servizio di Pastorale giovanile ed i lavori di gruppo dell’ultima serata.

Sono particolarmente interessanti i dati proposti nella pubblicazione “Dio a modo mio” sulla base del “Rapporto Giovani” curato dall’Istituto “Toniolo” (a cui dedichiamo un ampio articolo in questo numero di Voce Isontina): le nuove generazioni vivono la fede con una sensibilità assolutamente personale, una pratica poco “comunitaria” e si pongono rispetto alla Chiesa cattolica con atteggiamento piuttosto “secolarizzato”.

Dinanzi a queste considerazioni, il mondo adulto può limitarsi ad una sterile ed inutile litania critica sgranando i “non” del mondo giovanile (“non vengono a messa… non restano in parrocchia… non pregano…”) oppure può interrogarsi su come accompagnarne il cammino di fede “uscendo dai propri schemi, incontrandoli lì dove sono, adeguandosi ai loro tempi ed ai loro ritmi”. (Doc. cit.).

È una sfida impegnativa ma affascinante.