Tutto è grazia

Tutto è Grazia! Sentiamo forte in questi pochi giorni che ancora ci dividono dalla Pasqua questa sensazione nei nostri cuori: tutto è Grazia di Dio, perché la nostra storia ha il profumo della salvezza, perché la nostra vita riverbera la luce della Risurrezione di Cristo.Ma affinché questa Grazia di Dio che bussa alle soglie dei nostri cuori possa trovarci accoglienti e disponibili condivido con voi – cari amici lettori – alcuni suggerimenti che a me sembrano importanti.Un primo suggerimento è quello del silenzio… Potrebbe forse sembrare strano, ma in un mondo che vive sommerso dal rumore, dal vociare indistinto, dalle parole spesso vuote che vengono pronunciate e dalle tante “connessioni” a cui siamo legati, la nostra prima necessità è quella di recuperare il silenzio. Nel Venerdì Santo – giorno del silenzio liturgico – i nostri occhi e i nostri cuori saranno rivolti a Lui, a Gesù Crocifisso, nel momento del suo dono più grande, del dono di sé per amore. Sarà allora il nostro un silenzio che vuole fare spazio in noi, nelle nostre vite a Lui, a Gesù, alla Sua Parola. Lasciamo allora perdere le tante parole che ci opprimono e apriamoci a Lui, in spirito di contemplazione, diamoci momenti e spazi di silenzio.Il silenzio è un esercizio difficile, ma il silenzio è anche il presupposto necessario della vera preghiera. La preghiera che è dialogo con Dio, che è condivisione della sua vita in noi esige il silenzio. Vivere con maggiore raccoglimento e intensità i momenti di preghiera personali e comunitari è la strada per cercare di assumere sempre più la logica di Dio che è la logica della Croce e del dono di sé. Se la preghiera è vera, ci apre al progetto di Dio su ciascuno di noi, ci fa gustare la ricchezza dei nostri doni e del suo amore per noi. Gesù passa attraverso la kenosi, la spogliazione, la deposizione della sua divinità per abbracciare la nostra umanità ferita. Gesù passa attraverso il dolore e la sofferenza per portarci la vita. Questa logica non è quindi prima di tutto quella del dolore e della morte, ma quella dell’amore e del dono di sé che porta vita. La sua Via Crucis è sempre la nostra via lucis! E per fare nostra la logica del Vangelo, per seguire e accompagnare Cristo, dobbiamo “uscire”. Uscire da noi stessi, dai nostri ripiegamenti, da un modo di vivere la fede stanco che finisce per togliere l’ossigeno all’azione creativa di Dio in noi. Se vogliamo seguire Gesù, non possiamo accontentarci di restare nel recinto delle novantanove pecore, dobbiamo “uscire”, cercare con Lui la pecorella smarrita. Potremmo allora pregare meditando le parabole della misericordia nel Vangelo di Luca, oppure fermarci in adorazione di Gesù Eucaristia nelle Quarantore con il proposito di portarlo sempre più “dall’altare alla nostra vita”.Ed ecco quindi l’ultimo suggerimento, che ci viene offerto dall’Anno Santo della Misericordia che stiamo vivendo. Nella Bolla d’indizione Papa Francesco scrive: “Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre” (MV1), poi continua invitandoci a riscoprire le opere di misericordia corporali e spirituali. Riscoprire il volto misericordioso del Padre – nel Sacramento della Riconciliazione ad esempio – ci porterà a riscoprire che anche il nostro volto, come quello di Gesù, deve essere un volto di misericordia. Un’opera di misericordia in questa Settimana Santa sarà allora il segno di questa rinnovata consapevolezza.La Settimana Santa è un tempo di Grazia che il Signore ci dona per aprire le porte del nostro cuore, della nostra vita alla sua misericordia. Per renderci capaci di uscire dalle strettoie delle nostre vite, dalle tante porte chiuse, per andare verso il volto dell’altro, che è poi il volto di Dio. Di un Dio che non si stanca di noi, che si dona, che si dona per Amore. Se riusciremo a cogliere questo allora tutto sarà Grazia! Perché proprio tutto è Grazia!