Tessera fedeltà

Il programma fedeltà della compagnia aerea informa che mi premierà con 10 mila punti per ogni familiare (ma vanno bene anche gli amici) che le farò conoscere: “così – mi scrive – sarà ancora più bello volare insieme”.La lettera aperta velocemente finisce, altrettanto rapidamente, nella tasca interna della giacca in attesa di concludere il suo viaggio nell’apposito contenitore della carta da riciclare. Ma lì rimane per qualche giorno dimenticata visto che il brusco precipitare delle temperature consiglia di passare ad abbigliamento decisamente più invernale.Capita poi – grazie ad un impegno di lavoro concluso prima del previsto – di approfittare di una quelle giornate novembrine che solo il clima di Roma può regalarti e di metterti in coda per entrare in San Pietro, vista – complice anche l’ora in cui i locali di Borgo Pio si riempiono – la scarsità dei turisti. E mentre frughi nelle tasche alla ricerca preventiva di quella monetina che inevitabilmente farà suonare il metaldetector, quella lettera ti ricapita fra le mani. Ti guardi attorno alla ricerca di un cestino ma l’attenzione viene distratta da una scena che avviene vicino a te. Due ragazzini – lui 12/13 anni, lei più piccola – sono in fila coi genitori. La bambina sta raccontando al fratello quello che fra poco vedranno dentro la basilica: dal discorso si capisce che a San Pietro c’è già stata in gita scolastica e quindi è un cicerone perfetto ed entusiasta. Il fratello però, stanco e stufo di una giornata passata probabilmente a visitare i monumenti della capitale coi genitori, ad un certo punto sbotta: “Ma se sai già cosa c’è, perché vuoi tornarci?”La risposta della sorella è disarmante: “perché voglio vederlo con te!”.Lui non è molto convinto ma fortunatamente il varco di sicurezza è vicino. Li ritrovo, dopo un po’, all’uscita dalla basilica.E ora è il fratello che non cessa di chiedere spiegazioni alla sorella su quanto hanno appena visto mentre scattano l’immancabile selfie familiare davanti alla Porta Santa.Quella Porta della Misericordia che martedì prossimo verrà aperta da papa Francesco in San Pietro e nei giorni successivi in migliaia di chiese in tutto il mondo. Oltre essa ogni credente potrà ritrovare e riscoprire (o magari sperimentare per la prima volta) la gioia di quanto sia grande la misericordia del Padre.Una gioia talmente coinvolgente, però, da dover essere condivisa. L’attraversare la Porta della Misericordia presuppone un doppio verso: un’entrata ma anche un’uscita per vivere quella caratteristica di Chiesa aperta al mondo che papa Francesco, sin dall’inizio del suo servizio come vescovo di Roma, non si stanca mai di richiamare. Varcare la Porta e rimanere passivamente fermi all’interno della anche più maestosa basilica farebbe venir meno il valore di quel gesto: si riceve per donare, non si dona per ricevere. Certamente si può vivere il Giubileo “da soli”. Ma diventa ancora più bello e significativo quando questa diviene un’esperienza condivisa: con il proprio coniuge, con i figli, con i familiari o anche con un malato, un anziano o magari con una persona che nella propria quotidianità vive la solitudine…Far conoscere a qualcun altro il gusto vero del Giubileo, “volerlo vedere e vivere con lui” farà guadagnare certamente tanti punti su una tessera fedeltà molto particolare. Quella della vita.