Quaresima: un cammino… alla scoperta di se stessi

Come semplice introduzione a questi 40 giorni vorrei ispirarmi ad una riflessione di don Giulio Osto: ogni attrezzatura elettronica, dal computer allo smartphone, è soggetta inevitabilmente a momenti nei quali il sistema e le sue componenti devono essere sottoposti ad un cambiamento.  Si parla, spesso, di “aggiornamento” oppure di “formattazione”. L’aggiornamento riguarda, maggiormente, la dimensione del tempo mentre la formattazione la dimensione dello spazio. La possibilità di riavviare un sistema, oppure di cambiare una modalità di funzionamento (ad esempio tra online e offline) è cosa di quasi tutti i giorni… Tutte le operazioni richiamate attraversano quotidianamente la vita di migliaia di persone, spesso inconsapevolmente. Tempo e spazio sono categorie che riguardano la nostra esistenza e ci dicono chi siamo; diventano le coordinate sulle quali la nostra vita si evolve. Pensando ad altri ambiti, possiamo prendere quello corporeo e quello automobilistico. L’enfasi sul fitness mette sul tavolo parole come ricostruzione, restyling, lifting, riabilitazione…: tutte queste operazioni indicano un cambiamento. Ugualmente, per l’ambito automobilistico, la prassi della revisione, del controllo, della re-installazione ecc, esprime la necessità di momenti di stacco e di ripresa…  Ecco, allora, che cosa può essere la Quaresima: una bella occasione per “riavviare” la nostra interiorità… diamo spazio non solo all’esteriorità ma anche al nostro spirito…  Quaresima come restyling, lifting, riabilitazione della nostra anima… e della nostra vita.Ecco, allora, che abbiamo “l’obbligo morale” come Comunità cristiane di aiutare le persone a vivere questo tempo in modo significativo. Stiamo attenti a non essere spenti ripetitori di tradizioni, devozioni e liturgie che, se lontane dalla vita di ogni giorno, rischiano di allontanare le persone da Cristo e dalla Sua Parola.Attenzione: non dobbiamo cancellare la tradizione ma darle significato, rimotivandola con un linguaggio chiaro ed illuminante affinché, in questo oggi così difficile, possa aiutare e sostenere il cammino di Fede.In questa ottica è importante, credo, riscoprire ed attualizzare dentro la storia contemporanea gli strumenti quaresimali quali il digiuno, l’elemosina e la preghiera.Il digiuno fine a se stesso è rischioso. È cristallino Isaia: “Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?” (Is 58,6-8). Il vero digiuno è quello che ci aiuta a riscoprire l’altro e che non ti fa ripiegare su se stessi. Ogni rinuncia, quindi, deve essere sempre orientata all’elemosina: tengo spento il computer e dedico tempo alla mia famiglia… Il digiuno ci permette di verificare le nostre dipendenze, a capire che cos’è essenziale da ciò che è secondario. È più facile non mangiare pesce che rinunciare ad altro. Forse, siamo terribilmente schiavi, molto più di quello che pensiamo.La preghiera, infine, è quel tempo di “meditazione” e “riflessione” che ci permette di aprirci al Signore e, così facendo, di entrare in profondità del nostro essere.La preghiera, allora, non è tempo perso ma tempo fondamentale per ridirci dove stiamo andando, su quali rotte stiamo indirizzando la nostra vita. Iniziamo, dunque, con coraggio questa Quaresima disponibili alle sorprese che Dio ci prepara. Sarà vera e nuova Pasqua. Buon cammino a tutti.