Parliamo un po’ di noi…

L’editoriale di Voce Isontina della scorsa settimana (“Spomni se name – ricordati di me”), rilanciato anche nella sua home da Agensir, ha ottenuto su Facebook poco meno di 700 condivisioni.Chi frequenta anche solo saltuariamente il mondo dei social network sa che ci troviamo dinanzi ad un dato assolutamente eccezionale tanto da venir raggiunto assai raramente dalle testate di ben altra rilevanza nazionale ed internazionale. Non si tratta della semplice apposizione del “like-mi piace” o di “commentare” la notizia quanto, piuttosto, di condividerne a tal punto il contenuto da sottoporlo all’attenzione degli altri utenti. Le 700 condivisioni attestano che l’articolo è comparso in un numero di profili individuabile fra le 50 e le 70 mila unità: una diffusione che ha superato ampiamente i confini regionali ma anche quelli nazionali. Al di là dell’aridità dei numeri – che sui socialnetwork spesso lasciano il tempo che trovano – quello che ci pare vada sottolineato è l’essere riusciti a proporre ad una platea così importante di persone una riflessione diversa e non scontata su un argomento di scottante attualità come quello dell’erezione di nuove “barriere terrestri” fra Italia e Slovenia. Una problematica su cui, troppo spesso, si rischia di ragionare unicamente “con la pancia” guardando all’immediatezza dell’oggi dimentichi, però, del passato e incapaci di esercitare quella profezia necessaria per costruire il futuro. La seconda notizia “di casa” nostra riguarda la giornalista di Voce Isontina, Selina Trevisan, che nelle scorse settimane è risultata vincitrice dell’edizione 2018 del premio “Sovvenire” indetto dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa della Conferenza episcopale italiana in collaborazione con la Federazione italiana dei settimanali cattolici.Il suo pezzo che raccontava la realtà della mensa gestita dai Padri Cappuccini a Gorizia è stato scelto insieme ad altri cinque fra il centinaio di articoli partecipanti al concorso. Selina potrà partecipare nel mese di settembre ad un viaggio in Armenia durante il quale avrà la possibilità – oltre a conoscere una terra unica per tradizioni e religiosità – di prendere contatto con le iniziatiche che la CEI sostiene attraverso i fondi dell’8permille.Due riconoscimenti lusinghieri per Voce Isontina (che festeggia in questo 2019 il suo 55° anno di attività nel migliore dei modi) impensabili da raggiungere senza il sostegno e la vicinanza di voi lettori e la passione dei collaboratori che trasmettono di settimana in settimana in queste pagine le voci delle loro comunità.Due testimonianze, soprattutto, concrete di come (in un tempo come il nostro dove pare avere successo solo il giornalismo “urlato” ed aggressivo) compito di un settimanale diocesano nel suo servizio alla Chiesa locale sia ancora raccontare le buone notizie provenienti dal territorio – inteso come luogo teologico oltre che fisico – aiutandone i lettori a comprendere la realtà, le contraddizioni, la quotidianità: una quotidianità scritta, innanzitutto, dalle storie di tanti uomini e donne che, senza clamore, cercano di mettere a frutto i propri talenti.”Lavorare nel settimanale diocesano – ha ricordato papa Francesco – significa “sentire” in modo particolare con la Chiesa locale, vivere la prossimità alla gente della città e dei paesi e, soprattutto, leggere gli avvenimenti alla luce del Vangelo e del magistero della Chiesa. Questi elementi sono le “bussole” del suo modo peculiare di fare giornalismo, di raccontare notizie ed esporre opinioni”.