I fanciulli: i migranti più vulnerabili

Tra i migranti … i fanciulli sono più vulnerabili.Non è proprio questo il titolo del messaggio di Papa Francesco per la giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato del 2017, ma costituisce la centralità del messaggio: i fanciulli dei migranti sono più a rischio.Innanzitutto la figura del fanciullo ci rimanda all’insegnamento di Gesù quando chiarisce agli ascoltatori il modo per entrare nel Regno dei cieli: “chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato” (Mc 9, 37; rif Mt 18,5; Lc 9,48; Gv 13,20). Come si può notare facilmente tutti evangelisti tengono conto di questo insegnamento di Gesù, da una parte. D’altronde troviamo l’ammonimento del Maestro per chi ferisce le aspirazioni d’un bambino… “chi scandalizza uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare” (Mt 18,6; Mc 9,42; Lc 17,2).Tra queste due parentesi, cioè fra l’entusiasmo carico d’impegno di accogliere un “indifeso” e il grande danno dello scandalo che occorre ogni adulto, Papa Francesco richiama la comunità cristiana a prendere atto e di conseguenza agire per difendere migranti minorenni, perché sono tre volte indifesi: perché minorenni, perché stranieri, perché inermi. In quanto minorenni… Finora nessuno stato prende in considerazione la voce del minorenne. Per legge un minorenne non può essere chiamato come testimone e non si può declinare la responsabilità sul minorenne. Quindi il minorenne è “condannato” a tacere. Sono esseri umani senza voce, e se “gridano”, nessuno non li sente. Da qui nasce il rischio che la realtà dei fanciulli rimanga nell’”invisibile” e senza potere di decidere sulla propria vita. In quanto stranieri… Oltre la difficoltà di non poter parlare si aggiunge anche il problema della cittadinanza, in senso di appartenenza e di comunicazione. A questo punto la strada per aiutare un minorenne diventa come un labirinto, perche ci vuole tanta preparazione per trovare la via di uscita ed avere tutti gli avvisi favorevoli. In quanto inermi… i bambini sono i primi che subiscono le violenze corporali, che lasciano in essi dei segni per tutta la loro vita. La condizione fisica non li aiuta a difendersi dai pericoli violenti. La violenza su di loro indebolisce sempre la loro capacita di esercitare la libertà. Questi tre aspetti ci aprano la strada per una profonda analisi. Di fronte a questi tre grandi campi di insicurezza i minorenni restano una preda facilissima per chi sfrutta i flussi migratori, per l’oscuro campo dell’illegalità e del traffico umano, e soprattutto per il terrorismo che li usano come “assoldati” della criminalità organizzata contro l’umanità. Questi ragazzi finiscono abbandonati a se stessi e preda di sfruttatori senza scrupoli. Come rispondere a tale dignità?Anzitutto si tratta di adottare ogni possibile misura per garantire ai minori migranti protezione e difesa con l’integrazione e soluzioni durature. Gli adulti non possono lasciare che a questi minorenni si brucino i sogni e le speranze di un futuro migliore e dignitoso. È necessario pertanto, che gli immigrati adulti (le comunità dei migranti) collaborino sempre più strettamente con le comunità che li accolgono. Questo fenomeno è complesso e la questione dei migranti minorenni va affrontata alla radice. È tanto vero che la gente del nostro territorio da sempre è stata in mezzo ai flussi migratori, ma non a un fenomeno che oggi rischia ad essere fuori ogni controllo.In conclusione di questo riassunto del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata del Migrante e del Rifugiato vorrei aggiungere un bel ricordo; facevo una pedalata con un gruppo di amici, e mentre oltrepassavamo un paesetto in salita, un anziano del luogo ci ha salutato con queste parole: “forza giovanotti! La fine non è qua, ma vi aspetta”! Parole che dopo tanti anni custodisco nel mio cuore di “migrante”. Quando non dimentichi il tuo passato di sicuro non sbaglierai la strada per il futuro. Credo che come comunità cristiana possiamo dire almeno una parola di conforto e di speranza a chi si è messo in cammino per trovare una società più giusta e più umana. Se non abbiamo costruito ancora un mondo più giusto e più umano ciò non significa che non esiste. La presenza dei migranti minorenni ci apre alla trista realtà che una tale civiltà non è raggiunta ancora. Un doveroso ringraziamento a tutti coloro che camminano a fianco di bambini e ragazzi sulle vie dell’emigrazione.