Chi è il Cristiano

“Vede, padre, io vado in Chiesa con una certa regolarità…”. Inizia con un brano di vita la Lettera Pastorale 2015 – 16 dell’Arcivescovo Carlo. Con fedeltà apprezzabile, infatti, per il terzo anno consecutivo la nostra Chiesa diocesana avrà una proposta delineata, precisa e piena di spunti pratici per rispondere a quell’invito verso “una nuova tappa evangelizzatrice marcata dalla gioia”, che papa Francesco ha appassionatamente invocato nella sua lettera Evangelii Gaudium (n. 1).A dire il vero, la proposta che ci verrà rivolta si inserisce appieno anche nel percorso della Chiesa Italiana, a breve radunata nel decennale Convegno Ecclesiale nazionale, che leggendo la complessità dell’ora presente “a tale acutezza di bisogni” chiede di corrispondere con “una risposta creativa e generosa, alimentata dall’ascolto della Parola di Dio” (In Gesù Cristo il nuovo umanesimo, p. 12).”La proposta allora è quella di lasciarsi guidare da Luca ripercorrendo il suo Vangelo con una domanda “chi è il cristiano?”. Una domanda che ne implica inevitabilmente una seconda: “chi è Gesù?” dal momento che il cristiano è il discepolo di Gesù, ha come modello Gesù, nel battesimo si è rivestito di Lui”. Con decisione, quindi, l’Arcivescovo ci chiede immergere le nostre comunità, i nostri Consigli, noi stessi nella Parola che è Cristo, presentataci quest’anno dall’evangelista Luca, per poter comprendere chi siamo, come essere cristiani, uomini e comunità di questo tempo, e affrontare così le sfide presenti con quella carica di nuovo umanesimo che da Cristo risorto ci viene offerta.Battezzati-immersi in Cristo lo siamo già, evidentemente, proprio – ci si perdoni le cacofoniche ripetizioni – grazie al nostro Battesimo; e in Cristo vogliamo  continuare ad immergere i nostri piccoli e i nostri ragazzi, convocati ogni anno dalle nostre parrocchie per cominciare o completare la loro iniziazione cristiana. Ma il come farlo non è scontato: tante le fatiche, le difficoltà e gli apparenti insuccessi. Di rinnovamento dell’iniziazione cristiana (in senso catecumenale, ad esempio) ne stiamo parlando in diocesi da diversi anni. Ecco perché verrà finalmente lanciato un lavoro collettivo, vero e proprio laboratorio permanente, sul rinnovamento dell’iniziazione cristiana in parrocchia. Laboratorio già iniziato nella quattro giorni svoltasi all’inizio di questa settimana a Romans, che continuerà durante l’anno nei nostri Consigli Pastorali Parrocchiali, e che diventerà sperimentazione comunitaria e catechistica con le – auspichiamo numerose – parrocchie disponibili. Dall’urgenza di rinnovare l’iniziazione cristiana e soprattutto dall’urgenza di una più dichiarata e visibile missionarietà delle nostre comunità cristiane dovrà essere guidato anche il lavoro di riflessione e costruzione delle unità o comunità pastorali, che continuerà silenziosamente nei Consigli ai vari livelli, come il nostro bel fiume Timavo, per sboccare – speriamo in tempi ragionevoli – nell’accogliente mare delle nostre parrocchie.Le avevamo già sentite dall’Arcivescovo a giugno, in effetti, queste indicazioni, al termine della bella e arricchente Assemblea Pastorale diocesana tenutasi in San Nicolò a Monfalcone.Ora possono diventare prassi di ogni nostra singola comunità cristiana, dalle parrocchie alle preziose aggregazioni laicali, alle fedeli comunità religiose.* Vicario episcopale per l’evangelizzazione ed i sacramenti