2025 al giro di boa

“Facciamo sì che il futuro delle giovani generazioni non sia soltanto quel che resta del presente ma sia il frutto di un esercizio di coscienza da parte nostra. Sfuggendo la pretesa di scegliere per loro, di condizionarne il percorso”. È uno dei passi più significativi del messaggio che lo scorso 31 dicembre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rivolto agli italiani.Parole su cui vale la pena soffermarsi nel momento in cui il conto alla rovescia per l’avvio di Go2025 prosegue inesorabilmente e segna -700.700 giorni al 1° gennaio 2025 possono sembrare tanti ma ci rendiamo tutti conto che così non è, anche solo pensando che dal momento dell’annuncio (22 dicembre 2020) di giorni ne sono già passati 770. Siamo quindi ben al di là del giro di boa del tempo a disposizione. Abbiamo assistito all’annuncio, in questi mesi, di tante iniziative culturali, sportive, artistiche, musicali… Altre, è facilmente immaginabile, si aggiungeranno a breve, spesso proposte da realtà operanti geograficamente anche lontano dalle terre bagnate dall’Isonzo. Un numero talmente considerevole da far immaginare sin d’ora che ogni momento del fatidico 2025 sarà segnato da molteplici avvenimenti.Il contenitore quindi è già praticamente pieno. La sensazione, però, è che si stia guardando più ai possibili finanziamenti immediati che all’effettive ricadute future che tali proposte potranno avere su Gorizia, Nova Gorica e sui loro territori di riferimento. E non sempre i due aspetti sono correlati.Detto in sintesi: l’obiettivo primario ed univoco non può essere portare migliaia di persone nelle due città nel 2025 quanto piuttosto fare in modo che esse diventino “luogo” per migliaia di persone (turisti ed investitori) anche – e soprattutto – a partire dal 1° gennaio 2026. Il 2025 deve essere un’occasione ed una vetrina, un punto di partenza e non di arrivo.E qui entrano in gioco le parole del presidente Mattarella. Dobbiamo avere la capacità di rendere i giovani protagonisti di Go2025. Protagonisti di iniziative non solo indirizzate a loro ma piuttosto costruite partendo dall’ascolto delle loro esigenze, realizzate da ed insieme a loro e capaci di incidere sul loro futuro.Le potenzialità ci sono: al di qua e al di là del confine sono presenti istituti superiori ed universitari di avanguardia ma anche associazioni ed enti giovanili con alle spalle lunghe esperienze di proposta e collaborazione transfrontaliera.È il momento, davvero, di sfuggire alla pretesa “di scegliere per i giovani, di condizionarne il percorso”: solo così sarà possibile declinare al futuro parole quali “Europa” e “Cultura” non riducendo l’appuntamento del 2025 ad un effimero festival di luci e suoni.Forse siamo ancora in tempo.