Ritorna il 4 novembre. Una celebrazione nata nel 1919 come "Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate": fu la retorica fascista, quando ancora risuonavano i passi della marcia su Roma, a mutarne nel 1922 il nome in "Anniversario della Vittoria".
Editoriali
Che la politica italiana avesse un profondo bisogno di cambiamento nessuno con un briciolo di onestà intellettuale potrebbe negarlo.
Una riflessione sugli ultimi episodi d'attualità
Quando i potenti di turno attaccano i giornali che li criticano, è sempre un segnale inquietante per la democrazia.
In queste settimane gli occhi di tutto il mondo sono puntati verso Roma, per un evento "speciale": la celebrazione del Sinodo dei Giovani.
Giovani per il vangelo è il titolo della giornata missionaria mondiale, un titolo scelto in riferimento al Sinodo della Chiesa sui giovani.
Ottant’anni fa da piazza Unità a Trieste, Mussolini annunciava all’Italia la promulgazione delle Leggi razziali rivolte, principalmente, contro gli ebrei.
Fanno impressione le scarne parole di Gesù ai suoi discepoli la sera di Pasqua: "Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi". Fanno impressione perché sembrano introdurre anche noi in una catena di invii: dal Padre a Cristo, da Cristo alla Chiesa, dalla Chiesa ai suoi figli.
Gli obiettivi del sistema educativo sono indirizzati ad aumentare le capacità dei giovani affinché, una volta terminato il loro percorso di studi, siano in grado di inserirsi nel mercato del lavoro.
"L’Unità pastorale spinge il presbitero a non pensarsi realizzato solo se parroco "plenipotenziario", ma a sentirsi chiamato a essere presbitero
che vive pienamente e per tutta la vita la carità pastorale assumendo, su indicazione del vescovo, diversi ruoli e compiti, all’interno di una reale fraternità sacerdotale e in cordiale collaborazione con altri ministeri"
Ad ottobre la Chiesa universale vivrà uno dei momenti più belli e più grandi di comunione, il Sinodo dei vescovi che avrà come argomento: "I giovani, la fede ed il discernimento vocazionale".
Fa impressione visitare Amatrice a due anni dalla scossa di terremoto che il 26 agosto 2016 portò morte e rovine in ampie zone del centro Italia.
Una sera a cena con amici e va a finire che si parla di politica, di cosa sta succedendo in Italia.
La scorsa settimana, in un editoriale "indirizzato" a Vito Crimi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Mario Calabresi rilevava come i finanziamenti pubblici siano previsti solo per alcune realtà editoriali fra cui le "testate parrocchiali" e non per quotidiani come quello da lui diretto.
La scorsa settimana, in un editoriale "indirizzato" a Vito Crimi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Mario Calabresi rilevava come i finanziamenti pubblici siano previsti solo per alcune realtà editoriali fra cui le "testate parrocchiali" e non per quotidiani come quello da lui diretto.
La risposta di Crimi - ospitata sulle stesse pagine del quotidiano romano - evidenziava come, in verità, dal 2001 ad oggi siano stati stanziati finanziamenti indiretti all’editoria (percepiti anche da "Repubblica") per oltre tre miliardi di euro.
Il 28 giugno di sei anni fa papa Benedetto XVI nominava monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli alla guida dell’arcidiocesi di Gorizia.
La percezione di una diffusa insicurezza economica e sociale legata ai migranti, la paura degli attacchi terroristici e la difficoltà dei governi di garantire sicurezza, sono elementi chiave sui quali diversi movimenti e partiti hanno costruito la propria popolarità in Europa.
Sono iniziate le vacanze per i 145.000 studenti della regione, esclusi quelli che saranno ancora impegnati con gli esami di terza media e di "maturità".
Parte il governo e parte la legislatura: una buona notizia, finalmente. Parte dopo le montagne russe di una crisi complicata, risolta, si potrebbe sintetizzare, "per sfinimento", con una scoppiettante serie di colpi di scena, giusto alla vigilia della festa della Repubblica.
"Vino nuovo in otri nuovi". L’Assemblea diocesana del prossimo 4-5-6 giugno porterà "vino nuovo" o ci chiederà "otri nuovi"? Proviamo a ripercorrere uno dei vari itinerari che sta seguendo la nostra Chiesa.
Dopo l’esito del voto del 4 marzo (per la verità anche prima, dato che quell’esito era tutto sommato prevedibile), la mancanza di un autentico vincitore e quindi la necessità di costruire un governo di coalizione aveva fatto subito intravedere il paradosso delle somiglianze tra la Prima e la nascente Terza Repubblica.
Non è passata neppure una settimana dalla puerile querelle sul "terlis" che ha appassionato i massmedia (senza peraltro che sia verificato un qualcosa di fattivo in termini di soluzione del problema), che Monfalcone è di nuovo al centro dell’attenzione mediatica.
Diventano titoli di quotidiani soltanto gli episodi di cronaca più eclatanti, e cioè le aggressioni agli insegnanti da parte di studenti o anche genitori, ma la relazione scuola/famiglia è diventata negli ultimi anni sempre più problematica e tesa.
Leggendo i risultati delle elezioni di domenica scorsa per il rinnovo del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia c’è un dato che offre lo spunto per una riflessione.
Un un Paese come il nostro in perpetua campagna elettorale, quello del lavoro è un tema che non manca mai nei programmi delle coalizioni e nelle dichiarazioni dei candidati. Il problema è che tutto ciò avviene troppo spesso a sproposito.
Molto frequentemente vengono pubblicate delle ricerche che ci aiutano a comprendere in modo approfondito e scientifico il mondo dei giovani.
Concludiamo il percorso della prima settimana dopo la Pasqua, vivendo la Festa della Misericordia. E lo facciamo, significativamente, in quella Domenica che proprio dalla Divina Misericordia prende oggi nome.
Capita a tutti noi di sapere che una cosa è molto buona, che ci fa bene, che sarebbe opportuna metterla in atto… e allo stesso tempo la rimandiamo, a meno che qualcosa o qualcuno non ci chieda o non ci imponga di farlo.
Una riflessione sulla crisi industriale che sta continuando a colpire l'isontino
Il Consiglio comunale di Fogliano Redipuglia ha approvato nei giorni scorsi la Variante 31 al Prgc per regolamentare (e quindi impedire) l’accoglienza diffusa di richiedenti asilo nelle strutture private sul territorio di competenza.