Una visita quotidiana per “sentirsi e parlarsi”

La sosta sulla tomba della moglie e dei parenti, è costituita e costituiva (adesso è in malattia) la meta immancabile. Una sosta, qualche volta il cambio dell’acqua ai fiori; una preghiera silenziosa e, ma questo nessuno, ha potuto coglierlo, un dialogo con la sposa della vita. Un dialogo che, allo stesso tempo, è una ripresa ed una continuazione interminabile, dal giorno in cui L. e la sua signora si sono incontrati. Non è un caso unico. Anzi: la strada del cimitero, probabilmente di ogni nostro paese, se potesse parlare ci racconterebbe storie simili. Anche in quello frequentato da L. ci sono altri uomini e altre donne che, quotidianamente, passano davanti alla tomba dei loro cari. Un pellegrinaggio inarrestabile; un vero e proprio bisogno dell’anima. Una comunicazione -quella tra i visitatori ed i propri cari, specialmente mogli e mariti- che da una parte ha bisogno di questa sosta e, dall’altra, evidenzia quanto sia indispensabile continuare un dialogo che mai si è concluso. Riaccenderlo ogni giorno è compito di quelli che sono rimasti. Una testimonianza credibile viene dal custode Vittorio, andato in quiescenza in questi mesi, dopo una vita dedicata alla cura appassionata delle piante, dei viali e del prato del cimitero. In questi giorni ha fatto il giro dei giornali e telegiornali, oltre che dei social, l’immagine di un anziano signore ripreso di spalle che, ogni giorno, sosta in riva al suo mare; accanto a lui, in qualche modo sostenuta e protetta con la mano destra, la foto della moglie. Tutti e due, insieme, davanti al mare. Per iniziare o concludere una giornata, non importa; per continuare a parlarsi; per continuare a vivere. La notizia ha provocato meraviglia. A ben guardare, si tratta di una quotidianità per milioni di persone. Una dolce impegno che, quando viene interrotto, per ragioni tecniche… appare ancora più importante. Per loro, ma anche per noi che li osserviamo nel nostro correre qualche volta inutilmente da un posto all’altro. Grazie dell’esempio.