Una scuola più inclusiva

È stata depositata nelle scorse settimane a Monfalcone una mozione  da parte della minoranza consiliare sul tema di una scuola più inclusiva e che offra maggiori tutele a favore di tutti. In maniera particolare, il testo parla di scuole dell’infanzia, di edilizia scolastica e della necessità di mediazione linguistica precoce per una politica di inclusione.

Due le premesse del documentoLa proposta avanzata nel documento e che sarà messa al vaglio del Consiglio comunale contiene una duplice premessa. La prima: Monfalcone è una località ad alta densità migratoria. L’applicazione di una quota massima di alunni di origine straniera per classe – come avvenuto nell’ormai noto caso monfalconese –  risulta problematica nelle località ad alta densità di immigrazione (da intendersi come presenza regolare e stanziale). La seconda premessa riguarda la necessità di rendere i minori di origine straniera precocemente bilingui e italofoni.  

Formazione inclusivaLa pedagogia inclusiva pone l’esigenza che sia assicurato alla prima infanzia il diritto alla formazione e all’inclusione: a quella età (3-6 anni) è presente l’esigenza di comunicare che funge da stimolo anche ai madre lingua italiani e la Scuola dell’Infanzia è flessibile ed adeguata per rispondere alle esigenze di bimbi italiani e non ancora italofoni.  A quell’età, i bimbi non italofoni, imparano la lingua in pochissimo tempo, nel giro di pochi mesi arrivano alla pari dei bimbi nati da famiglie italiane. Si delinea perciò la preoccupazione per l’inserimento scolastico senza mediazioni culturali e linguistiche in scuole di più alto grado  dove si dovrà realizzare un programma ministeriale pianificato, ma nelle Scuole dell’Infanzia, il problema non si porrebbe perché la lingua è ancora in costruzione e i non ancora italofoni non rallenterebbero le attività pedagogiche di base proposte dalle maestre.

I mediatori culturaliNei Comuni ad alta densità migratoria come Monfalcone pertanto la soluzione più razionale ed efficace sarebbe quella di rendere – con un grande progetto di acculturazione – precocemente bilingui (cioè italofoni oltreché parlanti la loro lingua madre) i bimbi nati da famiglie straniere quanto meno nella fascia 3-6 anni o già avviati a quell’obiettivo all’asilo nido tramite una task force di mediatori linguistico-culturali finanziata anche dagli Enti sovraordinati (Regione e Stato). Così facendo, nel volgere di pochi anni, si assisterebbe alla costituzione di una solida maggioranza di italofoni che diventerà ancora più netta all’inizio della scuola primaria.

Percorsi di assistenza linguistica estesiInfine, sempre secondo i consiglieri di minoranza, per il resto della popolazione immigrata – sia essa giovane o adulta – sarebbe necessario pianificare percorsi linguistici con rilascio di certificazioni condivise idonee ed omologate in sintonia con le procedure e le valutazioni linguistiche correnti in Europa

Cosa viene chiesto nella mozione?Quanto alle richieste specifiche contenute nella mozione, tre sono le richieste che meriteranno la discussione in aula: la realizzazione a Monfalcone di una nuova scuola dell’infanzia e il potenziamento di quelle esistenti in modo da rispondere a tutta la domanda che  nei prossimi anni verosimilmente aumenterà tenendo conto della crescente presenza lavorativa in Fincantieri; la richiesta al Ministero dell’Istruzione e all’Ufficio Scolastico Regionale, di una deroga al numero minimo di bambini per gruppo classe allo scopo di realizzare classi meno numerose (con un numero inferiore alle 15 unità) e la richiesta – da indirizzare alla Regione – per l’attivazione e l’individuazione di mediatori linguistico – culturali nell’ambito delle scuole dell’infanzia monfalconesi allo scopo di favorire una acculturazione linguistica precoce sin dalle prime classi di età.