Ulivi e olive di solidarietà

Un mese buono di attività di raccolta in autunno, un altro mese in primavera per la potatura, un altro tempo per la promozione della festa e molte mattinate per la vendita nelle varie feste e angoli dei mercatini, un tempo altrettanto indefinito per gli incontri e per la ricerca di collaboratori e amici , soprattutto per la custodia delle amicizie e delle relazioni. Queste ultime sempre da rifare a causa di qualche scelta non compresa… ma sempre in attesa di una ricomposizione, perché in ogni modo tutto questo darsi da fare si conclude in un atto di solidarietà condiviso con una nutrita serie di opere buone che sono le società ed i gruppi che operano sul territorio del Mandamento, ed anche più lontano.  Sono gli amici dell’” Olìu bisiac”, una bella compagnia di uomini che hanno concluso l’attività lavorativa e che sono impegnati nella raccolta delle olive presso famiglie, comunità, persone singole e non di Ronchi e Monfalcone ma anche del Mandamento. Promuovono conferenze ed incontri per far conoscere il prodotto del loro lavoro, curano amicizie e relazioni, si intendono sempre di più sul  prodotto della loro attività, l’olio, hanno un logo ed un progetto. In una parola, nel silenzio e senza tante parole, “fanno quello che dicono” come direbbe il vangelo ma senza tirare in ballo niente e nessuno. La voce della loro iniziativa passa di casa in casa e sono numerosi quelli che segnalano di avere un olivo carico di olive; loro passano e chiedono di allargare  la ricerca, promettono di farsi vivi in primavera e poi dopo la raccolta e la spremitura delle olivo ritornano con una bottiglietta in omaggio e la promessa di rivederci il prossimo anno. Al momento di suddividere il risultato magari hanno qualche discussione ma è una discussione proficua perché allarga la loro solidarietà e anche gli orizzonti, qualche volta resi oscuri dalla mancanza di comunicazioni reali.Quest’anno – grazie alle mani d’oro di un collaboratore – si sono fabbricati anche uno speciale strumento con il quale liberare le olive dalle foglie e operare una prima eliminazione delle scorie: si tratta di un trabiccolo con tutte le garanzie, unito a un  ventilatore che con la forza dell’aria compressa svolge un egregio lavoro di pulizia e consente la consegna di cassette di olive.I “signori” dell’”Oliu bisiac”, a loro volta sono portatori di un’altra bella notizia: davanti alla meraviglia per la diffusione delle piante di ulivo del Mandamento e anche oltre, si senso dire: “Sa, il parroco di Ronchi, Virgulin, ci aveva invitati a piantare una pianta di olivo in occasione della festa della settimana santa, come segno di resurrezione e di pace!” E così, d’incanto, rispunta una altra iniziativa, nascosta alla propaganda, ma che a sua volta ha prodotto un altro segno vivo  -appunto battezzato con l’Olìu bisiac”- che continua a trasformarsi in segno ed in opera di solidarietà.Monsignor Mario Virgulin -classe, 1914, parroco di Ronchi dal 1952 al 2000- continua così a vivere nella stima di tanta gente e una delle sue tante intuizioni rivive e si trasforma in un nuovo segno di solidarietà. Perché i gesti degli amanti della vita generano vita e solidarietà generosità, il bene fatto produce opere e futuro. Grazie, del buon esempio.