Testimonianza europea

Costruire l’Europa dal Basso, con la consapevolezza della storia e l’attenzione popolare: questo il bilancio di un incontro, promosso dai gruppi e dalle associazioni, svoltosi a Ronchi presso la sala del Consiglio comunale; nel fine settimana, guidata dal sindaco Vecchiet una delegazione ha visitato Wagna per rinnovare il gemellaggio nel cinquantesimo anniversario della stipula.Due momenti di una stessa intenzionalità e di un impegno: quello di sentirsi parte viva di una storia comune nell’Europa dei popoli e degli  Stati.E’ toccato al prof. Italo Santeusanio ricordare le ragioni e i temi che hanno portato nel 1968 e nel 1969 la stipula del gemellaggio fra Ronchi e Metlika e Ronchi e Wagna: tempi diversi con motivazioni convinte per la costruzione della patria comune. Motivazioni ideali e storiche -dalla liberazione dei popoli alla accoglienza. Per un futuro di collaborazione e di comunione nella libertà dalla guerre e dalla schiavitù che è diventato anche un legame spirituale: le tre parrocchie di Ronchi sono gemellate spiritualmente con le parrocchie di Cristo risorto a Wagna e di S.Nicolò a Metlika.Idealità, quella europea, che sta nelle corde di comunità legate da molte storie comuni ma anche da legami che trovano negli ideali dell’essere cristiani non solo i protagonisti ma anche i testimoni. E’ stato il prof. Pietro Biasiol a evidenziare non solo le sensibilità ma anche le ragioni che la cultura e la politica hanno fatto maturare , superando le contrapposizioni ideologiche e convergendo su un idealità coinvolgente che vede i destini dei popoli garantiti solo in un destino comune, nella ricerca di rispondere alla domanda di senso della vita e della convivenza. La lezione della mondializzazione (unione nella varietà) e l’investimento sul federalismo (sussidiarietà e fraternità) possono essere due chiave di lettura per vivere con responsabilità gli appuntamenti della storia e non solo quelli elettorali.Ha concluso l’incontro don Pierluigi Dipiazza, del Centro Balducci di ZuGliano, che ha proposto due criteri: valorizzazione della memoria per recuperare la fedeltà alla verità e coniugazione serena delle dimensione della mondialità con il locale, attraverso un criterio preciso, le migrazioni. I migranti, proprio per la loro capacità provocatoria ci dicono chi vanno considerati i protagonisti e, poi, ci dicono che nella cultura dei credenti si deve praticare la logica del dialogo e della conoscenza, l’impegno della collaborazione in un a sintesi tra etica, cultura, diritto e, per chi crede, fede. Una sintesi che mette da parte l’indifferenza e la creazione di muri invalicabili per illudersi di fermare le migrazioni e che impegna, proprio in forza della coscienza, a costruire un’Europa aperta e solidale, curando i corridoi umanitari come metodo per rispondere ai movimenti migratori ed alle miserie del mondo.