San Canzian: riaperta al culto la chiesa parrocchiale

Comunità in festa a San Canzian d’Isonzo in occasione della restituzione ai fedeli della chiesa parrocchiale a seguito dei lavori di restauro per la manutenzione straordinaria. La parrocchiale è stata riaperta al culto con la celebrazione di una messa domenica 30 ottobre alle ore 17. La liturgia è stata presieduta dall’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli, concelebrata dal parroco don Alessandro Biasin e dai sacerdoti del decanato. Al termine della solenne concelebrazione eucaristica tutti i presenti hanno vissuto un momento di fraternità e convivialità.

Il restauroIl costo totale delle opere di restauro si aggira all’incirca sui 330mila euro. Diversi sono stati i contributi: quello della CEI attraverso l’8 per mille, i risparmi della parrocchia, i contributi regionali e quelli della Bcc di Staranzano e Villesse. I lavori di restauro sono stati progettati dallo studio associato architetti Ferigutti & Vecchi di Gradisca d’Isonzo. Il corposo intervento è stato reso necessario a seguito dello sgretolamento e della conseguente caduta di un grosso pezzo di intonaco appartenente al soffitto posto al di sopra del presbiterio avvenuta il 10 gennaio del 2014. A seguito dell’accaduto, il 22 gennaio del 2014 è avvenuta la messa in sicurezza della chiesa che è stata chiusa. Il cantiere dei lavori è stato aperto il 22 luglio del 2015 con l’approvazione della Soprintendenza. L’intera opera si è conclusa a fine settembre 2016. Per tutta la durata delle operazioni, le celebrazioni sono state ospitate nel salone dell’oratorio parrocchiale. Partendo dall’esterno, i tecnici hanno provveduto riparare la lesione verticale presente lungo tutta la struttura a seguito del crollo del soffitto al di sopra del presbiterio. Dopo il consolidamento strutturale, si è partiti con la ricostruzione della parte distrutta. Le mura interne sono state raschiate per verificare l’eventuale presenza di antiche pitture che però non sono emerse. Sono stati recuperati tutti i decori presenti sull’abside; sono state poste le nuove vetrate colorate che riprendono i colori interni della chiesa chiaramente appena ritinteggiati. Impegnative sono state anche le operazioni di pulizia della balaustra appartenente alla cantoria. È stato rifatto lo zoccolo contro l’azione dell’umidità penetrante. A nuovo anche la sagrestia dove è stato riscoperto un affresco risalente al settecento raffigurante la Crocifissione, poi il confessionale e la Cappella della Divina Misericordia. Sono stati messi a norma l’impianto elettrico e quello termico; svolti numerosi lavori completi di falegnameria. Tutti gli altari laterali comprese le tele sono stati puliti e lucidati. Per quanto riguarda l’altare maggiore, è stata mantenuta la sua architettura storica originale. Le 14 stazioni della Via Crucis sono state lucidate come il nuovo pavimento in marmo di colore grigio carnico simile al precedente. Recentemente anche la chiesa di Isola Morosini, altra realtà appartenente alla parrocchia, è stata interessata da opere di messa in sicurezza. Il 23 ottobre scorso la chiesa è stata riaperta dopo i lavori di sistemazione degli stucchi del soffitto.

La celebrazioneLa liturgia ha avuto inizio sul sagrato della chiesa. Alla presenza dell’intera comunità, dei sacerdoti concelebranti e del vescovo emerito, è avvenuta l’aspersione dell’acqua sui fedeli da parte dell’arcivescovo Carlo. Poi l’ingresso: processionalmente, tutti sono entrati in chiesa accompagnati dal canto d’inizio del coro interparrocchiale e la celebrazione è continuata con il canto del Gloria. Presenti i ragazzi dell’ Oratorio Diffuso quale parte viva della celebrazione e anche le autorità e il sindaco Silvia Caruso

L’omelia“Cos’è la Chiesa? È la casa di Zaccheo dove il Signore Gesù è invitato e accolto” così ha esordito nella sua omelia mons. Redaelli che ha ripreso la lettura del Vangelo di Luca. Zaccheo si è dunque offerto gratuitamente e con amore. L’accoglienza è stata speciale, piena di gioia e di umanità. “La chiesa è il luogo del sacrificio di Gesù che si dona; il luogo sacro benedetto da Dio dove si vive il sacramento in comunione con Lui. Ma la chiesa è soprattutto la comunità cristiana e qui sta il senso, il valore di quello che stiamo vivendo oggi” ha proseguito il presule. Il vescovo ha poi sottolineato come la chiesa non rappresenti solo un edificio bensì una casa della comunità “come lo è quella di San Benedetto di Norcia crollata a causa del terremoto” così mons. Redaelli riferendosi ai tragici fatti di attualità di domenica scorsa. Una presenza di grazia e di perdono quella della Chiesa, la quale significa comunità bisognosa di misericordia. “Vi auguro di dimostrarvi comunità viva  testimoniando i Martiri Canziani vostri patroni in una casa umile, accogliente e gioiosa” con queste parole il vescovo Carlo ha concluso la sua riflessione.

Le parole del parrocoAl termine della concelebrazione eucaristica, ha preso la parola don Alessandro Biasin. Visibilmente emozionato ma con soddisfazione, il parroco ha ricordato con quale peso e preoccupazione è stato vissuto inizialmente il periodo di chiusura della parrocchiale. “Ma in verità la chiesa non si chiude mai perché è composta uomini buoni e fedeli sempre in ascolto di Gesù. La vita della comunità è vissuta sulla roccia di questa chiesa” ha affermato don Biasin. Di fronte alla paura, i fedeli non si sono fermati e hanno quindi saputo cogliere le opportunità nel tempo dopo i fatti gravi accaduti. “Affidati a Dio e alla Madonna abbiamo affrontato le difficoltà con fiducia dimostrando di crescere nella carità in vista del futuro che sarà in mano a tanti giovani presenti qui oggi” così ancora don Alessandro riferendosi ai ragazzi ed educatori del progetto Oratorio Diffuso e ricordando il  coro composto anche da giovani delle comunità vicine (Turriaco e Pieris-Begliano). Don Alessandro è stato infine ringraziato dal consiglio parrocchiale e da quello per gli affari economici per i sei anni di servizio e sostegno a San Canzian. Sono stati, fin qui, anni di testimonianza presente e viva al fianco di tutti