Riordino degli enti locali: il tempo delle decisioni

I cittadini, alle prese con altri problemi, non hanno ancora ben focalizzato il significato di questo riordino. Lo stanno facendo dipendenti degli enti locali che, non vedendo chiare le prospettive che li riguardano direttamente, si stanno preoccupando per il loro futuro. Non ci saranno licenziamenti, ma mobilità tra enti e cambio di sede con possibili penalizzazioni rispetto alla retribuzione attuale appaiono possibili nel momento in cui la macchina burocratica prende una forma diversa spostando, dal singolo Comune all’Unione, l’esercizio delle funzioni e dei servizi.Sull’altro versante, quello istituzionale che coinvolge i pubblici amministratori, sarà interessante seguire il formarsi delle decisioni che questi assumeranno sulla costituzione delle Unioni Territoriali Intercomunali.Quali saranno le decisioni per il territorio del Monfalconese, o se preferiamo della Bisiacaria? Nella sua proposta di ripartizione del territorio, per intanto, la Giunta regionale ci definisce ’UTI Basso Isontino’. Il Partito Democratico provinciale ha dato un proprio indirizzo: Destra e Sinistra Isonzo formano ognuna una Unità che si raccorderanno attraverso una convenzione in modo da affrontare i problemi di più vasta scala in modo coordinato. La Bisiacaria, in questo modo rientrerebbe in una Unità territoriale intercomunale.Da ricordare la particolare posizione del vicino Comune di Doberdò del Lago che è un Comune per il quale valgono le norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche e certamente parteciperà anche alle Assemblee di comunità linguistica previste dalla legge di riordino. E Grado? Quale sarà la scelta? Rimarrà ancorato al Monfalconese o guarderà al retroterra friulano? E’ emersa nelle ultime settimane anche qualche voce che vorrebbe tutti i Comuni dell’attuale provincia di Gorizia riuniti in una unica Unità territoriale.Diverse ipotesi possono essere sul tappeto, compresa una visione che lasci certi confini al passato e veda il formarsi di nuove aggregazioni alle quali finora non si era pensato: sia verso il Friuli che verso Trieste.Del resto, già oggi l’intero Isontino è assieme alla Bassa Friulana per quanto riguarda l’organizzazione della Sanità. Prima o poi, ma non tanto poi, viste le date fissate dalla legge, il dibattito si farà acceso anche su questo argomento.Ai cittadini interessa che l’esito finale sia un migliore servizio alle persone e alla comunità. La Bisiacaria da molti anni vive una forte contraddizione: ci si rende conto che solo assieme si possono affrontare problemi e gestire servizi in modo economico e utile a tutti, ma nello stesso tempo incomprensioni, quando non si tratti di ristrette visioni di campanile personali o collettive che siano, ci impediscono anche solo di dialogare con serenità su questi temi.Ora la legge ci fa parlare di Unità territoriali intercomunali, ma dimostreremmo coraggio e lungimiranza se ci interrogassimo seriamente sulla questione che sta sullo sfondo: e se incominciassimo a progettare un unico Comune della Bisiacaria?

Le tappa del percorso verso le UTI

1. 1° gennaio 2015: entra in vigore la Legge Regionale n.26 del 2014 “Riordino del Sistema Regione – Autonomie locali del Friuli Venezia Giulia”.2. 4 febbraio 2015: la Giunta Regionale ha formulato la proposta di Piano con l’indicazione dei confini delle nuove aggregazioni di Comuni. (Questa proposta individua l’Unità Territoriale ’Basso Isontino’, composta dai Comuni di Doberdò del Lago, Grado, Fogliano-Redipuglia, Monfalcone, Ronchi dei Legionari, San Canzian d’Isonzo, San Pier d’Isonzo, Staranzano, Turriaco)3. La proposta è stata inviata al Consiglio delle Autonomie Locali che si esprime entro 15 giorni dal ricevimento della richiesta della Giunta Regionale.4. Entro 60 giorni dalla pubblicazione della delibera della Giunta regionale contenente la proposta sui confini delle Unioni, I Comuni possono esprimersi e chiedere l’adesione a una aggregazione diversa o comunicare la decisione di non aderire ad alcuna aggregazione (possono farlo solo Comuni con più di 5000 abitanti o 3000 se appartenenti a una Comunità montana).5. 1° ottobre 2015: data fissata dalla Legge Regionale entro la quale le Unioni devono essere costituite.6. 1° gennaio 2016: le Unioni inizieranno ad esercitare un primo gruppo di funzioni previste dalla Legge regionale7. 1° gennaio 2017: le Unioni eserciteranno tutte le funzioni previste.I documenti per approfondire questo argomento si trovano sul sito della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia: www.regione.fvg.it nella sezione “Sistema delle Autonomie Locali”.A cura di G.B. e S.F.