Quella mozione respinta

Tre febbraio 2016. Trentadue mesi fa lungo la strada Il Cairo-Alessandria veniva trovato il corpo senza vita di un giovane con evidenti segni di tortura. L’angoscia e la speranza dei genitori di Giulio Regeni dopo la sparizione del figlio, la sera del 25 gennaio, terminavano in un dolore senza limiti che da Il Cairo dove si trovavano si è esteso a Fiumicello, a Monfalcone e nel Friuli Venezia Giulia, in Italia, in Inghilterra e la notizia si sparse in tutto il mondo.Attonita e silenziosa la grande folla che il 12 febbraio partecipò ai funerali a Fiumicello, paese dal quale Giulio era partito per un percorso di studi che lo aveva portato, per il dottorato di ricerca presso l’Università di Cambridge, a studiare la realtà egiziana. In tutti, una domanda: “perchè e chi lo ha torturato e ucciso?”. Come molte istituzioni nazionali e locali, anche il Consiglio comunale di Monfalcone approvò il 29 marzo 2016 una mozione che impegnava “il Sindaco e la Giunta a sollecitare il parlamento e il Governo italiano affinchè si attivino in tutte le sedi internazionali preposte per far luce sulla morte di Giulio Regeni”. Il documento era stato approvato “con 18 voti favorevoli, palesemente espressi da 18 consiglieri presenti e votanti”. Dei rappresentanti i partiti di centrodestra solo uno era presente ed ha votato la mozione; sei risultano assenti, secondo il verbale che porta la delibera 28/2016. Il Comune aderì alla campagna di Amnesty International Italia “Verità per Giulio Regeni” e nella serata di domenica 3 aprile 2016 dedicò a Giulio Regeni un concerto nel Teatro comunale di Monfalcone dal titolo “Giulio nei nostri cuori”.Oggi registriamo una situazione diversa. Nella seduta del 26 settembre scorso il consiglio comunale di Monfalcone non ha approvato una mozione che chiedeva di confermare il sostegno alla famiglia Regeni e di sollecitare il governo affinchè favorisca le attività di indagine messe in campo dalla Magistratura della Capitale per raggiungere la verità giudiziaria sulla morte del giovane ricercatore. Che cosa è cambiato? La maggioranza del consiglio comunale del 2016 è oggi minoranza e, viceversa, l’allora minoranza è oggi maggioranza.Nemmeno la richiesta di verità sul massacro e l’uccisione di un giovane della nostra terra riesce a trovare unito l’intero consiglio comunale di Monfalcone. Non si dica che su questo si fanno strumentalizzazioni politiche da una parte o dall’altra: chi ha seguito la vita politica e amministrativa della nostra terra sa che quando l’obiettivo è la difesa dei diritti umani e della giustizia, soprattutto in una vicenda come quella di cui stiamo parlando, ci si mette attorno ad un tavolo e si trova il modo per esprimere unitariamente solidarietà e sostegno alle istituzioni che stanno lavorando non senza difficoltà e intoppi per rendere giustizia nella verità.Se a questo non si è giunti nella seduta del 26 settembre, allora si getta una luce più forte anche su altri fatti che hanno lasciato perplessità in molti sull’atteggiamento dell’Amministrazione comunale nei confronti delle iniziative a favore della ricerca della verità per Giulio Regeni. Il Piccolo del 20 giugno 2017 portava in cronaca questo titolo: ” Il concerto ricorda Regeni. Luise all’oscuro se ne va”. L’assessore comunale alla cultura, vista la dedica di parte del conserto del trombettista Paolo Fresu e del pianista Glauco Venieri a Giulio Regeni, non è intervenuto a portare il tradizionale saluto dell’amministrazione “per una questione di reciproco rispetto” in quanto l’iniziativa non era stata concordata con l’Amministrazione comunale. “Mi è parso doveroso, per correttezza formale – riportava Il Piccolo – prendere atto di una iniziativa non condivisa e non condivisibile”.Lo scorso sabato 22 settembre è partita dal Collegio del Mondo Unito di Duino la ciclostaffetta “A Roma per Giulio” promossa e organizzata da Fiab Monfalcone “Bisiachi in bici” per portare a Roma un messaggio dei genitori di Giulio Regeni. Una lunga pedalata “per il diritto alla verità”. In questi giorni abbiamo visto lungo il percorso e le tappe della ciclostaffetta cittadini, amministratori locali, sindaci con fascia tricolore portare i loro saluto e la loro solidarietà all’iniziativa. La cronaca del quotidiano locale, solitamente avvertito e attento a quanto fa l’Amministrazione comunale, sul passaggio della ciclostaffetta a Monfalcone, scrive: “Dopo la sosta a Monfalcone, la carovana ha raggiunto Ronchi…”.A Duino, riporta sempre Il Piccolo,  il saluto ufficiale era stato portato dall’assessore Massimo Romita, a Ronchi dei Legionari  dal sindaco Livio Vecchiet, a Fiumicello dal sindaco Laura Sgubin attorniata da altri sindaci della Bassa Friulana, tutti con fascia tricolore. A Monfalcone, essendo presente assieme ai molti che hanno partecipato o assistito al passaggio della staffetta, ho incontrato tra la gente l’assessore Sabina Cauci, ma nessun momento ufficiale ha espresso la partecipazione del Comune di Monfalcone. A scorrere documenti e cronache non si può non notare questo difficile rapporto tra Amministrazione locale e quanti intendono tenere viva la ricerca della verità sulla atroce morte in Egitto di un giovane italiano figlio di questa nostra terra.