Le esigenze della fede testimoniata

Festosa e partecipata celebrazione della festa patronale – nel giorno in cui la Chiesa ha fatto memoria dei santi Pietro e Paolo-  a Staranzano: la comunità ha infatti festeggiato gioiosamente il giubileo sacerdotale di due sacerdoti compaesani, don Ennio Andreos e don Eugenio Biasiol, che avevano ricevuto l’ordinazione sacerdotale cinquant’anni fa, nel giugno del 1969, per le mani dell’allora arcivescovo di Gorizia monsignor Pietro Cocolin nella basilica patriarcale di Aquileia insieme ad altri tre confratelli.Senza lasciare spazio a nessun volo pindarico, all’omelia don Eugenio ha raccolto la provocazione del vangelo proposto dalla liturgia del giorno “E voi, chi dite che io sia?”, per evidenziare come la festa patronale rappresenti proprio l’occasione per rispondere tutti a questo interrogativo. La risposta che riguarda la opportunità di un autentico rinnovamento della fede personale di ciascuno, coinvolge l’intera comunità cristiana: davanti alla risposta di Pietro, infatti, ognuno e tutti insieme i cristiani sono chiamati a scegliere tra la fede delle obbedienze ai simboli e alla ritualità, e la fede al riconoscimento della persona di Cristo, presente in ogni uomo e alla società con l’atteggiamento della donazione e dell’amore del prossimo. Solo un’esistenza donata per amore, sull’esempio del maestro incamminato vero Gerusalemme, costituisce il passo decisivo per la costituzione di personalità mature nella fede e di una comunità consapevole di accogliere la missione nel servizio agli ultimi e ai più poveri, nella promozione di una nuova mentalità di comunione e di misericordia che sono la testimonianza della chiesa nella società di oggi.A conclusione del rito liturgico, a don Eugenio e don Ennio, sono stati consegnati un dono simbolico per esprimere il ringraziamento e l’ammirazione della comunità verso i due compaesani che hanno esercitato durante questo mezzo secolo il servizio ministeriale per la Chiesa goriziana; parole augurali sono state anche pronunciate dal sindaco di Staranzano, Marchesan, che ha ringraziato per le parole severe rivolte da don Biasiol e ne ha voluto cogliere un invito ed un impegno per l’intera comunità staranzanese.Ha concluso l’incontro il canto “Dio è morto” che i giovani scout ed i presenti hanno cantato e che diventa una risposta di coerenza sulla testimonianza ed il ministero dei sacerdoti e dei laici cristiani degli anni Settanta del secolo scorso nella Chiesa e nell’intera società. La canzone di Francesco Guccini (1965), infatti, non venne trasmessa dalla Rai ma nel testo dell’autore trovò significativamente posto nei programmi della Radio Vaticana.