La santità di Lorenzo, martire e diacono della carità

Il patrono, Lorenzo, martire e diacono della carità, è stato il centro della festa patronale a Ronchi. Lo ha sottolineato l’arcivescovo monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli nella omelia e il rito ha trovato conferma nelle parole di commento alle letture liturgiche che evidenziano la centralità nella fede di mettere, sull’esempio di Cristo Signore, la propria vita a disposizione degli altri. Il martirio come punto più alto di un modo di essere testimoni e servitori della carità, trova nella vita del santo patrono, ma soprattutto nella quotidianità della vita comunitaria, il modo di essere della Chiesa e dei cristiani oggi. Fino alla tensione di una vita santa perché coloro che si immedesimano di Cristo e della sua vita, non possono che vivere della medesima vita, santa.Omelia e festività dedicata a Ronchi con due orizzonti: il primo riguarda la celebrazione del santo della carità.Quest’anno, parrocchia e comitato, hanno inteso riconoscere con il Premio della Bontà 2018 proprio la centralità della carità nella vita comunitaria, assegnando il premio alle signore che animano la carità nelle tre parrocchie gemellate di Ronchi, Metlika e Wagna. Un esemplare modo di unire le comunità e di condividere l’impegno comunitario centrale nella vita della chiesa, proprio nell’anno in cui i tre paesi gemellati ricordano il cinquanta anni di gemellaggio in Europa. Un traguardo di amicizie di collaborazione sanzionato proprio dal comune impegno a favore degli altri nella carità, proclamato davanti alle amministrazione comunali. La pergamena comune ricorda alle tre comunità questo vincolo.Il secondo segno che è stato sottolineato e che la festa di S.Lorenzo ricorda ogni anno a Ronchi, è costituito dalla memoria degli anniversari di ordinazione sacerdotale o di servizio ministeriale: l’arcivescovo ne ha sottolineato la valenza appunto come donazione della vita per gli altri. Gli auguri sono andati a monsignor Ruggero Dipiazza sacerdote da sessanta anni, ai sacerdoti ordinati nel 1968 della diocesi di Udine e di Gorizia, compagni di classe del parroco. Infine è stata consegnata nelle mani dell’arcivescovo monsignor Carlo una borsa di studio a favore del seminario diocesano in memoria dell’arciprete monsignor Mario Virgulin. La festa ha trovato la partecipazione della gente chiamata a coinvolgersi nella dimensione comunitaria come propria e vera identità.Un segno di gratitudine è stato consegnato anche al custode del cimitero, Vittorio Facchinetti entrato in quiescenza.