Il tenore Mario Muraro testimonial del Calandario

Anche quest’anno la consegna del Calandario a un bisiàc divenuto famoso nel mondo è stata fatta. Si tratta di Mario Muraro, un personaggio della lirica mondiale che proprio dalla Bisiacaria ha iniziato a coltivare la passione per il canto.Mario Muraro nasce nel 1937 a Vermegliano, in un mondo che era ancora in gran parte contadino. Da molti anni ormai risiede a Karlsruhe, nel Baden Wurttemberg, in Germania, impegnato nel suo ruolo di Tenore con il Teatro “Beim Badischen Staatstheater”, Teatro che lo apprezzò per la sua voce calda e appassionata, dalle tonalità simili a quelle di Luciano Pavarotti, e lo impegnò nei suoi programmi teatrali per gran parte della sua carriera di tenore lirico.”Non mi sembra vero di essere qui tra voi diventato testimonial del Calandario dei paesi bisiachi, sono emozionatissimo.” Ha detto il cantante ospite qualche giorno fa del Circolo culturale e ricreativo don Eugenio Brandl di Turriaco. “Ho iniziato umilmente, come si poteva al tempo, nel coro del Duomo di Monfalcone diretto da don Pino De Luisa e nelle file del Coro della Società Filarmonica “Verdi” di Ronchi diretta da Giorgio Kirschnner”. “Lavoravo in un’impresa edile, un lavoro piuttosto pesante, ma che non mi bloccò nel seguire il desiderio di approfondire la mia educazione canora frequentando l’Istituto di Musica di Gorizia”. Conobbe così due coriste del Teatro Verdi di Trieste che riuscirono ad ottenere per lui un’audizione di fronte al maestro Luigi Toffolo, direttore artistico del Teatro triestino. Fu il suo momento di fortuna, tanto che il maestro Toffolo lo prese sotto la sua protezione: “Il maestro mi accolse così come suo allievo e io dovetti cambiare lavoro: per permettermi di seguire le lezioni di giorno, facevo il fornaio-pasticcere di notte”. Da lì la sua carriera iniziò a prendere forma e con essa tutte le sue interpretazioni dal Pinkerton di  “Madama Butterfly” a la “Bohème”, “il Trovatore”, “Carmen”, “Ernani”, “Turandot”… fino ad arrivare in al teatro di Gelsenkirken, in Germania. Ed ecco che, da una riflessione su di lui curata da Amerigo Visintini e pubblicata in Bisiacaria del 2016, il Circolo  Brandl ha deciso di consegnare a lui il Calandario per quest’anno: presenti alla consegna alcuni consiglieri del Brandl stesso, gli autori e il presidente del sodalizio turriachese che, ogni anno, rinnova con piacere quest’appuntamento dedicato alla conoscenza di personaggi di spicco della terra bisiaca.