Il rinnovamento nella comunità ecclesiale

Presso  la parrocchia Maria Madre della Chiesa, l’arcivescovo Carlo ha tenuto recentemente una catechesi sul tema “La Comunità”. L’incontro è stato organizzato dall’associazione Rinnovamento nello Spirito Santo della diocesi, a conclusione della prima parte Cammino di Vita Nuova iniziato nello scorso ottobre.Considerato il tema e la celebrazione prossima della Settimana dell’Unità dei Cristiani, vi è stata una bella partecipazione, non solo del RnS e parrocchia Maria Madre, ma pure delle parrocchie vicine e di membri delle Aggregazioni Laicali, delle Fraternità, …. Oltre al Consigliere spirituale Franco Baggi, erano presenti alcuni sacerdoti.L’incontro è iniziato con la preghiera e i canti caratteristici di questa aggregazione.Il Presule ha preso spunto dalla comunità di Gerusalemme, descritta negli Atti degli Apostoli: “Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere”, offendo approfondimenti sapienti e coinvolgenti, un’autentica lectio divina.Ha esordito:”Il crinale tra diversità benefica e confusione malefica è sottilissimo  (Card. Ravasi).Pensiamo ai doni dello Spirito Santo che una persona ha ricevuto. I doni possono essere una diversità benefica, uniti dallo Spirito per la comunità nella comunione della Chiesa. O come può essere che gli stessi doni possono essere malefici,  non i doni, ma come vengono vissuti”. Ha poi proseguito:”La virtù è l’altra faccia di un vizio. Puoi usare una tua caratteristica personale, la puoi usare per te, per crescere o puoi usarla male. Per esempio; una persona riflessiva, può essere una persona saggia o una persona pigra. Una persona impulsiva può essere arrabbiata, perennemente arrabbiata! O può essere un trascinatore. Questo vale personalmente ma vale anche per una comunità. Può essere una ricchezza ma può anche essere un disvalore per la comunità.Noi cristiani possiamo rinunciare alla comunità?  Meglio ancora comunità in comunione. Possiamo essere comunità, ma al nostro interno essere divisi; siamo chiamati tutti alla comunione. Ora noi tendiamo alla comunione; qui rimane imperfetta, ma poi nella Gerusalemme celeste sarà perfetta.Ma il Cap. VII al primo numero della Lumen Gentium dice che la Chiesa è segno e strumento. Non è solo strumento, ma è già segno, cioè già realizzazione. La Chiesa con tutti i suoi limiti, è già inizio di quello che saremo, quello che saremo è comunione. Comunione che non è omologazione, o annichilimento, nell’insieme di molti soggetti annullarsi del tutto. Ognuno con le proprie peculiarità.Le comunità, anche se un po’ sgangherate, sono già un segno del regno di Dio. Importante è convincerci che la salvezza è comunione, quindi tutto quello che viviamo per la comunione fa crescere questa salvezza. Il peccato è rottura della comunione. Non è solo rottura mia con Dio, ma rompo la comunione nella comunità. La comunità non cresce, e muore se non si intraprende la sicura strada della riconciliazione.La comunione è dono dello Spirito Santo ed è, in effetti, Colui che opera la comunione. Per questo bisogna invocare lo Spirito Santo perché ci doni la comunione fra di noi, nel gruppo. È un dono che ci responsabilizza, che ci mette in una dinamica molto realistica e mette in gioco la nostra responsabilità.Solo lo Spirito Santo riesce a realizzare ciò che noi uomini non riusciamo a fare. Tenere insieme la comunione e la diversità è la cosa più difficile, però importante! Questo è dono dello Spirito Santo. Pregare anche perché lo Spirito doni persone con particolari carismi di suscitare questa comunione.Chi forma nel tempo la comunità è la Parola di Dio. La Parola di Dio non ci presenta una dottrina, ma ci presenta delle comunità vive, pensiamo agli Atti degli Apostoli: quanto impegno, quanta fatica, quante sofferenze! Vediamo la fatica della comunione fra le Chiese. Nell’ambito della comunità tutte le persone hanno un ruolo particolare. Nella Chiesa anche il laico può fare un grosso lavoro di comunione. Oggi c’è il ruolo importante dei movimenti come il RnS, sempre per far crescere una dinamicità nella chiesa. Nel movimento è importante valorizzare gli uni e gli altri,  non omologarsi”.E’ seguita poi una condivisione dell’argomento da parte dei partecipanti. E’ stata l’occasione di allargare il discorso ad uno dei fondamenti della comunità: il perdono e la conseguente misericordia.Il Canto e la benedizione finale hanno siglato questo proficuo incontro.