“Il perchè vado alla messa festiva”

Un tempo la parrocchia era “un luogo dove tutta la vita si svolgeva: dal mattino alla sera, dal lunedì alla domenica, dalla scuola al lavoro, al divertimento, al trovarsi con le ragazze ed i ragazzi entro un’unica e intensa comunità”. Al momento attuale, “i luoghi ed i tempi della vita quotidiana si sono dissociati: si va a scuola da una parte della città, si va a lavorare da un’altra parte, si va a divertirsi da altre parti e si incontrano persone da altre parti ancora. E queste parti possono essere vicine ma anche molto lontane man mano che si diventa grandi”. Insomma, si vivono tante comunità a dimensioni demografiche diverse e la parrocchia di appartenenza “può diventare, soprattutto in città, sempre meno comunità”.  Con queste riflessioni sullo sfondo, il parroco di San Giuseppe in Monfalcone don Paolo Zuttion ha promosso lo scorso anno, assieme al sociologo Alberto Gasparini e a Lionello Paoletti, un’indagine per capire “le ragioni per le le quali le persone frequentano la messa festiva” celebrata della chiesa parrocchiale di Largo Isonzo. Stesa la bozza di un questionario, testato con la collaborazione di Giulia Altran e Riccardo Ferrarese, scouts e volontari della parrocchia hanno distribuito il testo definitivo delle domande in occasione delle messe del sabato 28  (prefestiva) e della domenica 29 marzo 2015 (“festa delle Palme”) e del sabato 11 e della domenica 12 (“normale”) del luglio dello stesso anno.  Nella prima festività, su circa 400 partecipanti 287 hanno risposto al questionario; nella seconda i questionari compilati sono stati 171 su 205 persone partecipanti alle messe.Lo scorso primo maggio, nella sala del Ricreatorio mons. Foschian, il professor Gasparini ha illustrato quanto è emerso dalla codifica delle risposte effettuata da Arianna Minotto e Caterina Laurenti e dall’elaborazione dei dati a cura di Maura Del Zotto. Sono stati presentati i dati della seconda rilevazione, notando che le percentuali non si discostano da quanto emerso nella prima tornata di risposte ai questionari. Gli esisti del questionario evidenziano tre ragioni principali per le quali le persone scelgono di partecipare alla messa nella chiesa di san Giuseppe in Monfalcone. La prima (70%) riguarda l’originalità percepita dal 50 % degli intervistati nel modo della celebrazione (omelie, canti, coinvolgimento delle associazioni) e, per il 20 per cento, le informazioni sulle attività svolte in parrocchia.  La seconda ragione (41% degli intervistati) è riferita al proprio legame con la chiesa di San Giuseppe: c’è un aspetto di identità che, nella forma passiva, deriva dall’abitudine (25,4%) e nel suo aspetto attivo avverte nella parrocchia “la mia chiesa, la mia comunità” (15,7%). La terza ragione rispecchia i legami che la partecipazione alla messa favorisce (29,9%). Ci sono legami deboli e passivi definiti come occasione per “incontrare e vedere la stessa gente” (18,7%) e ci sono legami ’attivi’ che sottolineano l’incontro e lo scambio di opinioni con amiche ed amici (11,2%). Dal questionario emergono anche due significative tendenze: il 96,5 per cento degli intervistati nel luglio 2015 va a messa ogni domenica e di questi l’80,2% vi partecipa nella chiesa di San Giuseppe.  Da notare che il 56,6% degli intervistati risiede nel territorio della parrocchia di San Giuseppe mentre il restante 43,4% viene dalle parrocchie vicine: Marcelliana (16,3%), Sant’Ambrogio (13,2%), San Nicolò (10,9%) e Redentore (3,1%).Il sondaggio consente anche di verificare le classi di età e di genere di quanti hanno risposto al questionario: il gruppo numericamente più alto va dai 31 ai 64 anni (44%); seguono quelli che hanno superato i 65 anni (32,7%), quelli che vanno dai 6 ai 12 anni (16,4%) ed infine il gruppo dai 13 ai 30 anni (6,9%).  La presenza dei maschi è superiore tra i bambini e gli anziani, quella delle femmine tra gli adulti, mentre non si registrano prevalenze di genere tra adolescenti e giovani. Le messe festive celebrate a San Giuseppe sono tre: alle 19 del sabato, alle 7.30 e alle 9.30 di domenica. Nelle risposte ai questionari, la partecipazione ad esse ha in comune la fede religiosa e il precetto festivo, ma a queste motivazioni se ne aggiunge una particolare per ogni messa. Quella delle 19 del sabato è frequentata da chi è impegnato alla domenica per una gita o per un’incombenza particolare; quella delle 7.30 di domenica è per chi ha impegni casalinghi in mattinata; e quella delle 9.30 è la “messa grande”, alla quale prima e dopo “si può aggiungere il riprendere e il rinforzare dei significati di comunità, di nuovi attaccamenti e nuove identità”. La presentazione dei risultati fatta da Gasparini e Paoletti, presente il parroco don Paolo, non esaurisce il lavoro perché, come è stato detto, tocca ora alla comunità e, in particolare, al Consiglio pastorale della parrocchia analizzare quanto emerso e trarne utili indicazioni per il futuro.