I santi Canziani parlano anche ai giovani di ogni tempo

Una festa nella festa, quella celebrata dalla comunità di San Canzian d’Isonzo nella vigilia della ricorrenza dei Santi Martiri Canziani.Una devozione antichissima, che fonda le sue radici ben prima degli attuali edifici religiosi, vale a dire all’epoca romana. Di fatto, a San Canzian sono ancora conservate sia le tombe che i resti mortali di tre giovani, i Santi martiri Canziani, appunto, Canzio, Canziano e Canzianilla, che nell’anno 303 subirono il martirio proprio in questa zona. Nobili romani, assieme al loro maestro Proto, furono prima arrestati ad Aquileia nel tentativo di sfuggire alle persecuzioni verso i Cristiani che si protraevano a Roma. Rilasciati proprio per la loro appartenenza ad una famiglia nobiliare, vennero ugualmente catturati nei pressi di ’Aquae Gradatae’, località che oggi si chiama proprio San Canzian e che sul proprio stemma comunale riporta le tre croci. La presenza dei santi nel paese ha influenzato per secoli la comunità, facendo diventare il paese meta di pellegrinaggi e parte integrante della via dei martiri che, idealmente e fisicamente, porta fino ad Aquileia. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, però, vi è stata una perdita di memoria e di devozione nei confronti dei martiri via via crescente, specialmente per il cambiamento politico all’interno delle amministrazioni comunali del dopoguerra, che spesso mal digerivano l’attaccamento popolare verso i tre giovani martiri.La tradizione del paese vuole che i martiri vengano ricordati nella vigilia del loro martirio, vale a dire il 30 marzo. E così, anche quest’anno, la comunità ha sciolto il suo voto annuale. Con la presenza gioiosa dei campanari bisiachi, che hanno annunciato l’inizio e la chiusura del Santo Rosario, prima, e della Celebrazione Eucaristica, poi, e la presentazione di un nuovo libro proprio sui santi martiri.

La concelebrazione eucaristica“Sopra l’urna dei Martiri Canziani svetta la Croce di Gesù Cristo, essa ci si pone di fronte per richiamare il nostro sguardo, la nostra attenzione, sul suo mistero di annientamento d’amore e per parlarci della sua vicinanza a ciascuno di noi” ha sottolineato il parroco, don Alessandro Biasin, durante l’omelia. “Dio nel suo Figlio Gesù Cristo ci mostra la strada attraverso cui possiamo ricostruire ciò che a causa del nostro peccato individuale e comunitario siamo andati a distruggere”, ha proseguito Biasin. Necessario, per il sacerdote, “imparare a mettersi nelle disposizioni interiori ed esteriori per edificare e costruire insieme una cultura dell’incontro, del dialogo e della collaborazione” e ciò “richiede più che una semplice tolleranza, richiede il portare il cuore e la mano verso l’altro in un atteggiamento di reciproca fiducia e comprensione”, in sostanza “un’apertura del cuore, in modo da vedere gli altri come una via, non come un ostacolo”. “Dobbiamo dire un no forte e chiaro ad ogni forma di violenza e odio commessi in nome della religione o in nome di Dio” ha concluso, sottolineando come “c’è una totale incompatibilità tra violenza e fede, tra credere e odiare”.

Il libro sui giovani martiriAd oggi, come detto, la devozione si può arricchire di una nuova pubblicazione, totalmente diversa da quelle fino ad ora proposte al pubblico. ’Verso il sole vero’, scritto da Cristina Nocent e Renato Aveta, da anni attivi in parrocchia, è, infatti, arricchito anche dalle illustrazioni e dai fumetti di Umberto Moriconi. Un modo per renderla fruibile anche soprattutto per le nuove generazioni. Una pubblicazione, edita grazie al settimanale diocesano Voce Isontina e al contributo della Banca di Credito Cooperativo di Staranzano e Villesse, che è dedicata “ai martiri cristiani di ieri e di oggi”. Presentata esattamente dopo la celebrazione eucaristica, sotto ad un gioioso suono di campane, che ha ricordato all’intero paese la propria fede millenaria. Un volume che si apre, volutamente, con il Credo Aquileiese e si conclude con la preghiera ai Santi Martiri elaborata dal parroco, don Alessandro. Un percorso oltre che nella storia anche nella fede, per cercare di strappare i martiri alla mera archeologia a cui, nel corso degli anni, sono stati relegati per riportarli, piano piano, all’interno di un percorso di fede e devozione. Testimoni importanti della fede della nostra terra, hanno ancora tanto da raccontarci.