Fusioni comunali: il referendum ci sarà

La legge regionale stabilisce che le firme da presentare sono corrispondenti al 15 per cento degli aventi diritto al voto in ciascuno dei Comuni interessati, per un totale, in questo caso, di 5267. Le verifiche, in corso mentre scriviamo, possono rilevare errori  che generalmente in queste raccolte di firme si attestano attorno al tre per cento. Non ci saranno sorprese sul superamento del numero richiesto in quanto in ogni Comune sono state raccolte firme superiori alle richieste che vanno dal 15 per cento a Monfalcone (3435 firme complessive), al 20 per cento a Staranzano (1050) e al 25 per cento a Ronchi (1795).  I numeri sono aridi, ma consentono di riflettere, soprattutto in questa occasione, perché l’iniziativa è partita dall’Associazione CittàComune, una associazione di cittadini che da anni propone studi e incontri sul tema della fusione dei tre Comuni. Non è stata una iniziativa dei partiti politici né dei consigli comunali, che di fronte all’intraprendenza dell’Associazione hanno avuto atteggiamenti diversi e in certi casi tendenti a contrastare apertamente la raccolta delle firme. I numeri dicono che i cittadini non sono indifferenti al tema proposto da CittàComune e che merita quindi un dibattito approfondito ed una consultazione in cui i cittadini stessi propongano la loro volontà. C’è chi vede nei referendum una sottolineatura populista distorcente la vita democratica, ma ci sono anche molti che ritengono che quando le istituzioni dimostrano di non farcela ad affrontare un problema che sta sotto gli occhi di tutti, è doveroso dare la parola ai cittadini, quelli stessi che eleggono i loro rappresentanti nelle istituzioni. Non per nulla la stessa legge regionale prevede anche che i cittadini possano chiedere un referendum per modificare l’assetto territoriale delle amministrazioni comunali.Che succede ora? Entro cinque giorni dalla consegna delle firme al Servizio elettorale della Regione, lo stesso Servizio chiede ai tre Consigli comunali interessati di esprimersi  sull’iniziativa della fusione proveniente dai cittadini. Da quel momento i Consigli comunali di Monfalcone, Ronchi e Staranzano avranno 50 giorni per esprimere il loro parere. Questo passaggio è importante sia per verificare l’effettiva volontà di tutte le forze politiche presenti nelle assemblee elettive sia per i riflessi che queste decisioni avranno sulle modalità di conteggio dei risultati. Se un Consiglio comunale si esprimerà contro la fusione, per l’approvazione del quesito occorre anche che in quel Comune la risposta affermativa raggiunga la maggioranza dei voti validi espressi. Non basta la maggioranza complessiva dei voti nei tre Comuni. Il passaggio nei consigli comunali è dunque una prima importante verifica degli orientamenti dei consigli e delle amministrazioni comunali di Monfalcone, Ronchi e Staranzano, tutte con maggioranze di governo di centrosinistra. Non appena il Servizio elettorale della Regione avrà esaminato e verificato le firme presentate (ha 60 giorni di tempo), consegnerà tutti gli atti, compresi i pareri dei Consigli Comunali, al Presidente della Regione che trasferirà tutto al Presidente del Consiglio Regionale. Spetta infatti a questo organo istituzionale deliberare il quesito da sottoporre a referendum che sarà indetto dal Presidente della Regione. Un provvedimento di legge appena approvato (l’articolo 55 della Legge Regionale 17 luglio 2015 n.18) prevede che, se il Consiglio regionale approva il referendum entro il 24 febbraio, i sindaci ed i consigli comunali in scadenza nel corso dello stesso anno nei territori interessati al referendum, sono prorogati, rimangono cioè in carica in attesa degli esiti del referendum che dovrebbe tenersi entro il 31 luglio. In questo caso ne sarebbero interessati i sindaci ed i Consigli comunali di Monfalcone e Ronchi. Si apre dunque un periodo di riflessione e di dibattito che auspicabilmente consenta a tutti gli elettori dei tre Comuni di farsi serenamente un’opinione il più possibile adeguata ad esprimere il proprio parere su un argomento strettamente legato alla capacità di dare servizi e sviluppo al territorio degli attuali tre Comuni.