“Abbiamo bisogno di più relazioni coltivate, custodite e animate”

Venerdì 21, la città di Monfalcone ha onorato la sua Patrona, la Madonna della Salute. Dopo il triduo di preparazione, la solennità è stata ricordata e celebrata nel duomo di Sant’Ambrogio con le messe secondo l’orario festivo e con la solenne celebrazione delle 14.30 seguita dalla processione, entrambe officiate dall’arcivescovo emerito di Gorizia mons. De Antoni e concelebrate dai parroci del Decanato.Il presule, ha aperto la sua omelia descrivendo la figura della Madonna come la madre che riconosce la sofferenza, le ansie e le angosce. Sono infatti gli stessi sentimenti che lei ha provato con la vicinanza a Cristo fino alla sua morte. Poi, richiamando la lettura sulle Nozze di Cana, mons. De Antoni ha inteso fare luce su due aspetti che sono attuali per tutti noi: il richiamo alla difficoltà delle famiglie e il rischio di fallimento dei sistemi economico, sociale ed educativo. “Oggi non abbiamo più il vino della gioia della festa come è capitato per i due giovani sposi. Siamo pieni di tutto ma manca in noi l’essenziale come i legami umani e il senso di vicinanza fraterna”. L’invito dunque è andato verso il saper rispondere alla domanda: cosa e chi cerchiamo? Oltre la salute di cosa c’è bisogno? “Di più relazioni per esempio” – ha risposto il vescovo Dino – e ancora: “di quelle relazioni che vanno coltivate, custodite e animate. Serve tutto ciò a Monfalcone. Spesso viviamo nell’individualismo, siamo soli, poveri di affetto e di reale comunicazione”. Ma molti altri sono stati gli spunti offerti dall’omelia: l’emergenza educativa, la mancanza di valori sinceri, il problema dell’abbondanza dei beni materiali, dei regali per poi andare anche a riflettere sulla necessità principale per il nostro cuore: il bisogno di riappropriarsi del senso dell’essere figli di Dio e di Maria. “Maria è il porto sicuro della nostra speranza, è la madre che ha dato tutto e noi oggi con questa festa siamo chiamati a fare lo stesso, siamo richiamati a recuperare”. Rifiutare quindi la necessità di un costante compromesso nelle nostre vite ed esaminare le richieste della Madonna. Questi sono altri due temi fondamentali della giornata del 21 novembre. Mons. De Antoni ha infine concluso la solenne celebrazione con queste parole: “Cosa ci chiede Maria? La fedeltà e il non essere fragili. Lei è la madre consolatrice alla quale affidiamo il giovane Aldo Vittor. Madre, ecco tuo figlio! Aldo, ecco tua madre portala con te in Messico e fa ciò che ti chiederà!”. Presenti alla ricorrenza le autorità, il sindaco, il gonfalone del comune e il gruppo Unitalsi. Al termine della celebrazione, dalla basilica, si è snodata la tradizionale processione con il simulacro della Madonna che ha percorso le vie principali del centro cittadino e che ha visto una numerosissima partecipazione di fedeli. “… il gonfalone della città, le autorità e poi il popolo”, cioè noi. Il cerimoniere che organizza la processione ha dato la composizione del corteo. Usciti dal Duomo, muoviamo in silenzio. Dal mezzo del popolo, si guarda avanti e si vede il gonfalone che ogni tanto lascia intravvedere la statua della madonna. Dal campanile volano le note dell’Ave Maria. Non si sentono le parole che pure due altoparlanti cercano di diffondere. Tra il popolo si riconoscono amici e si stringono mani. Si commentano i fatti della vita, si riassume quel pezzo di vita passato dopo l’ultimo incontro. La giovane mamma tiene per mano la piccola che guarda soddisfatta la nonna assorta in una silenziosa preghiera. Qualcuno fa le condoglianze all’amico per la perdita di un parente. Nel momento delle curve arriva in mezzo al popolo l’eco di una preghiera diffusa dagli altoparlanti. Si ritorna in chiesa a pregare ancora una volta la Madonna della Salute e a ricevere la benedizione finale. Così il popolo ha camminato nella processione con la volontà di manifestare al mondo una fede e una devozione. Non ha detto molte parole, ma l’importante era esserci, in quel cammino in mezzo al mondo che dai bordi della strada guardava passare un pezzo di umanità credente.