Un tendone per non essere indifferenti

La parrocchia di S. Anna ha ospitato lunedì scorso un incontro cui hanno presenziato don Stefano Goina Vicario episcopale per la Caritas e presidente dell’Istituto “Contavalle” e un rappresentante della cooperativa “Murice”.Scopo dell’incontro era di spiegare i motivi che hanno spinto la Diocesi, attraverso la Caritas, a impegnarsi per l’istallazione del Tendone nell’area del giardino del Contavalle, per chiarire eventuali dubbi, evitare malintesi e allarmismi. Don Goina ha spiegato l’evolversi della vicenda: dalle sollecitazioni ricevute dalla Prefettura due settimane fa, da alcuni incontri con le Istituzioni (Comune, ASL e Vigili del Fuoco), per sondare il terreno su come la Caritas sarebbe potuta intervenire riguardo ai migranti che stazionavano nella galleria  Bombi. Ha informato il discreto uditorio sull’accoglienza positiva della disponibilità a intervenire, ha raccolto quindi tutte le informazioni necessarie per fare le cose in regola, secondo le disposizioni legislative ora in vigore, non per aprire una nuova struttura di accoglienza, ma per dare un riparo a chi dorme all’aperto. Vi sono state delle difficoltà a individuare un luogo tra le risorse della diocesi, scegliendo infine il Contavalle, per il suo giardino che si poteva prestare a ospitare il tendone, inoltre la destinazione urbanistica del sito è per servizi.Nel frattempo l’O.N.G “Medici senza frontiere”, vista l’emergenza, si è dichiarata disponibile a fornire una tenda riscaldata e la pavimentazione. L’area sarà recintata, è prevista un’entrata dedicata, saranno predisposti, in accordo con l’azienda sanitaria, i servizi igienici, un bagno ogni dieci-dodici persone, collegati alle fognature, la presenza sarà solamente notturna, l’accesso sarà sorvegliato in entrata e in uscita ed è prevista la presenza di un custode. La struttura sarà temporanea, al massimo tre mesi.Il rappresentante della cooperativa Murice, nata negli anni scorsi in collegamento con la Caritas diocesana e che si occuperà della gestione fornendo personale volontario per il controllo, più la figura del coordinatore, ha spiegato che saranno ospitate sessanta persone, accreditate dall’ufficio accoglienza della Prefettura: se le strutture saranno piene, lo stesso ufficio provvederà a indirizzarli al tendone in orari ben definiti al di fuori dei quali il portone sarà chiuso. Il montaggio della tenda è stato realizzato dagli Alpini dell’Associazione Ana di Gorizia.E’ seguito un vivace dibattito con richieste di chiarimenti, sono stati espressi dubbi sulla tempistica e qualcuno ha chiesto i motivi del non uso delle caserme dismesse. Sono stati chiariti i motivi per cui non si vuole creare una nuova struttura, visto l’elevato numero di persone già ospitate in città. Lo scopo del tendone è fornire, nell’ambito dei progetti Caritas di “accoglienza per il freddo”, non solo per rifugiati, ma per tutti, una struttura temporanea per evitare che dormano all’aperto. Don Goina, ha cercato di tranquillizzare alcune persone allarmate dalla vicinanza del tendone alle loro case, spiegando che questa non è un’iniziativa propria, ma in accordo con le istituzioni le quali hanno fornito una serie di indicazioni che sono state seguite durante il montaggio della struttura.Mai così attuali in questo momento per i Goriziani le parole pronunciate da Papa Francesco nell’omelia per la Giornata mondiale dei Poveri celebrata in tutto il mondo lo scorso 19 novembre: “…L’omissione è anche il grande peccato nei confronti dei poveri. Qui assume un nome preciso: indifferenza. È dire: “Non mi riguarda, non è affar mio, è colpa della società”. È girarsi dall’altra parte quando il fratello è nel bisogno, è cambiare canale appena una questione seria ci infastidisce, è anche sdegnarsi di fronte al male senza far nulla. Dio, però, non ci chiederà se avremo avuto giusto sdegno, ma se avremo fatto del bene…”.