Riscoprire il senso di comunità

Anche quest’anno, in linea con una tradizione ormai consolidata, le Ancelle di Gesù Bambino, titolari della omonima storica Scuola dell’Infanzia di Gorizia, sono riuscite ad organizzare un meraviglioso pomeriggio di condivisione, dove, anche grazie alla partecipazione delle famiglie, i protagonisti assoluti, ancora una volta, sono stati loro, i bambini dell’Istituto. Con il loro candore, la loro genuinità ed il loro essere spontanei i piccoli sono riusciti a riempiere di calore un pomeriggio di festa aiutando noi grandi a comprendere quanto sia importante essere parte di un gruppo che, invero, è soprattutto comunità, in un’atmosfera di amicizia ed allegria, sprigionate da quella gioia di stare insieme che, a sua volta, si nutre di un affetto sincero, sano ed eloquente, che alimenta le nostre emozioni, attraverso il calore e l’affetto di quanti vivono con gioia ed amore queste ricorrenze.E tutto ciò lo si è vissuto prima, durante la celebrazione della Santa messa, impreziosita dai canti gioiosi dei bambini e dei loro famigliari e subito dopo durante i festeggiamenti nella sala parrocchiale, per l’occasione vestita a festa, dove abbiamo avuto il piacere di brindare all’imminente Natale, assaporando i tipici dolci natalizi, pandori e panettoni, gentilmente offerti da chi, a suo modo ha voluto essere presente nonostante l’impossibilità a presenziare fisicamente: per questo non possiamo non ringraziare Andrea (titolare della Conad di Viale Locchi), Francesca e Davide (del Supermercato Godina di Via dei Cappuccini) ed infine Andrea e Michael (del punto vendita Despar di Corso Verdi). Grazie di cuore per la generosità dimostrata e per la Vostra fraterna partecipazione. Allo stesso modo, un ringraziamento sincero, però, dobbiamo presentarlo a Don Michele, che con le sue semplici parole, data la particolar natura dell’uditorio, ci ha ricordato la vera essenza del Natale, alle Ancelle sempre generose nella loro disponibilità ma soprattutto ai veri protagonisti di questo evento tanto speciale, ovvero ai bambini dell’Istituto ed alle loro famiglie.Insieme sono stati capaci di trasformare un’occasione di semplice compartecipazione in un momento veramente speciale durante il quale creare nuove significative relazioni e vivere in modo spontaneo e genuino ogni singolo attimo, consapevoli che il piacere risiede proprio in quei minimi dettagli che, molte volte, quando siamo occupati, stressati o preoccupati, non riusciamo nemmeno a vedere. Insomma, grazie di cuore a quanti hanno saputo rendere questa giornata veramente speciale, dimostrando che, oggi, in un momento storico in cui troppo spesso la comunione di momenti unici è sempre più rara, è ancora possibile vivere emozioni positive in seno ad un contesto comunitario. Laddove si badi bene la comunità non è semplicemente gruppo ma qualcosa di più, dal momento che quando c’è una comunità c’è un “corpo” in cui gli elementi che lo compongono sono fortemente interconnessi fra loro (Paolo: 1Cor 12,12-30). In questo senso la comunità è un sistema “vivo” in cui sul singolo prevale lo stare insieme con altri e sull’interesse individuale, il bene comune. In questi termini, consapevoli del disagio che si vive in tante Comunità, le stesse in cui conta sempre più il “fare” rispetto all’essere, in cui non c’è più tempo per vivere l’accoglienza reciproca, come prova la vita di tante famiglie che, oggi, sempre più spesso sono luogo di incontri frettolosi e insignificanti, dettati dalla necessità più che dal desiderio di stare insieme, per cui non c’è più spazio per l’ascolto e la comunicazione, possiamo presuntuosamente ritenere la nostra Comunità una piacevole eccezione, pronta a proporsi come felice esempio di come sia possibile superare questa crisi relazionale e famigliare, caratteristica dei nostri tempi, rivendicando a viva voce l’importanza della qualità della vita comunitaria e non già la quantità dei momenti da condividere. Certo, la nostra realtà è fortemente avvantaggiata dalla presenza di bambini meravigliosi, famiglie uniche nella loro disponibilità e soprattutto dalla presenza di un corpo docente, fatto di componenti laiche e religiose, a cui non possiamo che attribuire i maggiori meriti per essere riusciti a trasmettere la voglia di ritrovarsi e conoscersi oltre che il piacere dello stare insieme, rendendo preziosi attimi di vita altrimenti senza significato in un contesto sociale e culturale sempre più asettico ed insensibile. A loro dobbiamo attribuire la capacità, attraverso l’organizzazione di questi felici momenti di incontro, di aiutarci a riscoprire il primato delle buone relazioni e della condivisione, tanto da ritenere le une e l’altra veri e propri valori fondamentali, da edificare senza sosta, anche con tanto sacrificio personale, se vogliamo che il nostro vivere quotidiano, dentro e fuori dal contesto religioso, abbia senso e sapore. A corollario di queste riflessioni, in chiusura, le parole di Don Michele, testimoni anch’esse della consapevolezza che vivere insieme il quotidiano non serve se invero lo facciamo come individui isolati, senza reale condivisione. Una comunità è creata dalla qualità delle relazioni che si vivono al suo interno e dal senso profondo di comunità in essa fortemente radicato. Quel senso di comunità che è lo strumento principale da opporre ad ogni spirito individualista, lo strumento attraverso il quale è possibile presentare e preservare la Comunità come una realtà caratterizzata da appassionate, potenti ed intense relazioni umane, espressione di energie anche originali e per questo differenti che, tuttavia, convergono e partecipano tutte insieme a processi di partecipazione comune, si incontrano e scontrano, si influenzano e si potenziano, dando luogo ad un processo di equilibri costantemente dinamici, indispensabili per avviare qualsiasi processo di cambiamento. Insomma: un pomeriggio fantastico, solare e cordiale che sono certo avremo il piacere di rivivere date le premesse fin qui descritte, magari senza il bisogno di particolari occasioni da festeggiare ma semplicemente per il piacere di condividere qualche sorriso.