Lions Club: sessanta anni di impegno in prima persona

Gorizia è una città che può contare su un robusto spirito associativo, forte di numerose organizzazioni che, su più fronti, si occupano di sociale. Una tra le più storiche è senza dubbio il Lions Club “Gorizia Host”, che da ben 60 anni – festeggiati lo scorso 23 maggio – si occupa del territorio. Abbiamo incontrato il dottor Oscar Louvier, presidente uscente e componente del Club dal 1983, e con lui abbiamo ripercorso un po’ la storia del Lions Club goriziano che, nel tempo, ha mantenuto i propri ideali ma con la capacità di seguire il passo del tempo che cambia.

Presidente, forti di questa storia sessantennale, su quali fronti si orientano i vostri progetti?Toccano più settori ma sono tutti orientati al portare qualcosa di concreto a tutta la comunità. Quest’anno, per esempio, abbiamo portato a compimento quello che, a mio avviso, è un grossissimo service (così definiamo il nostro operato): abbiamo donato un’automobile all’associazione Spyraglio, da tempo impegnata accanto ai malati oncologici e le loro famiglie, occupandosi dei trasporti verso gli ospedali per essere sottoposti alle varie terapie. Lo scorso 8 giugno, con una cerimonia ai Giardini Pubblici, abbiamo donato il mezzo, un momento di grande gioia.Come dicevo, i nostri sono segni che vogliono porsi a beneficio di tutta la città; in campo culturale, per esempio, abbiamo voluto allestire delle colonnine informative, che si possono trovare disseminate su tutto il centro storico, le quali illustrano la storia di alcuni palazzi e zone di Gorizia.Abbiamo poi attive molte collaborazioni, ad esempio -per citarne una – con la Fondazione Palazzo Coronini Cronberg – con la quale abbiamo operato per il restauro di alcuni beni della collezione, come il bellissimo mezzaro genovese recentemente esposto. Si collabora poi molto con l’area Welfare del Comune di Gorizia, collaborando al pagamento di alcune utenze degli assistiti, e con l’Emporio di Solidarietà dell’arcidiocesi, per mezzo di una raccolta alimentare, alla quale partecipa anche il nostro settore giovanile, il Leo Club.

In 60 anni tante cose cambiano. Come ha saputo “mantenere il ritmo” il Lions Club?Si tratta proprio restare al passo con i tempi. Il Lions international è nato ben nel 1917 e, ovviamente, da allora molte cose sono cambiate, non tanto negli ideali, che sono sempre rimasti validi, ma certamente nelle modalità con le quali si opera. A quel tempo, oltre ad esserci esigenze molto diverse dovute dal periodo storico, anche il modo di dare supporto era molto diverso, si trattava più di un “mero” assistenzialismo monetario, di beneficenza, senza un vero e proprio aiuto in prima persona. Ora invece ci si mette proprio in campo con un impegno personale, diretto, sempre con la finalità del servire il prossimo.Questo ha sicuramente aiutato a non “rimanere indietro”, ma a mantenersi vivi e vitali: solo il club di Gorizia conta quasi 40 soci, di cui 3 nuovi, dei giovani entrati quest’anno. Uno dei “segreti” è proprio questo, quello di trovare sempre nuove forze.In sintesi: il cambiamento comporta l’impegnarsi in prima persona, è questa l’esigenza di oggi.

Parlava poco fa degli ideali che stanno alla vostra base, di quali si tratta?Credo si possa partire a rispondere, ponendosi una domanda: perché entrare nel club, cosa mi da di più?Il plusvalore sta nel poter fare insieme qualcosa per gli altri, nonché il senso di amicizia – si è soci, ma si è soprattutto amici – che ci lega. Non manca poi un forte senso di appartenenza, proprio perché si ha la consapevolezza che, lavorando insieme, si può fare molto di più rispetto a quello che si potrebbe fare da soli.Come diceva Melvin Jones – un assicuratore di Chicago, nostro fondatore -“se tutto quello che io ho fatto, se tutto il successo che ho avuto nella mia vita non lo metto a servizio degli altri, non servirà a nulla e non avrà nessun significato”; oggi viaggiamo su questa linea, rimettendo in circolo quello che abbiamo avuto, al servizio degli altri.La tua comunità è la tua realtà e ogni realtà è diversa e ci sono diversi modi per prestare servizio.

Parlando dei più giovani, cosa ci può raccontare – dal punto di vista di adulto – del Leo Club?Il Leo Club è davvero una grande risorsa – io sono “nato” tra le sue fila – e ha recentemente festeggiato i suoi 45 anni, anch’esso vive quindi una storia ormai lunga.Molti componenti del Lions hanno fatto parte del Leo, appassionandosi lì agli ideali perseguiti. Negli anni si è riusciti quindi a mantenerlo bello, vivo e vitale ed è un vero investimento sui giovani: anche qualora essi non entreranno nel Lions, comunque verranno a contatto e cresceranno con degli ideali importanti quali la solidarietà, la leadership, il servizio alla comunità e impareranno a mettersi in gioco, a porsi in prima linea con un progetto o un’iniziativa.

Il primo luglio Lei ha ceduto l’incarico di presidente, ma quali sono degli obiettivi che le piacerebbe, in futuro, venissero realizzati?Di anno in anno è proprio il presidente a proporre gli obiettivi, quindi ancora non so cosa il mio successore – Giulio Salateo, in carica dal 1° luglio – vorrà mettere in atto, però posso dire che mi piacerebbe venisse compiuta la sistemazione in città delle colonnine illustrative – ne manca ancora qualcuna da installare – che hanno valore tanto per la cittadinanza quanto da un punto di vista turistico. Poi ovviamente mi piacerebbe continuassero le belle e valide collaborazioni con la Fondazione Palazzo Coronini Cronberg e con il Comune di Gorizia per quanto riguarda il Welfare, ma penso non ci saranno dubbi sulla loro continuità.Tra i prossimi obiettivi invece, posso segnalare un grande evento, che avrà luogo a maggio del prossimo anno, ossia il Congresso Distrettuale, che porterà in città componenti da circa 50 club del Distretto per l’elezione del nuovo Governatore, momento che creerà anche l’occasione per incontri, confronti e approfondimenti.