Lavoro: in calo i contratti a tempo indeterminato sul territorio

Secondo i dati presentati, il 2008 è stato l’ultimo anno – per così dire – “positivo”, con circa 24.000 assunzioni sui due Centri per l’Impiego, scese drasticamente sotto le 20.000 nel 2009 per poi subire un contenimento tra il 2010 e il 2011. Nuovo calo nel 2012, per poi arrivare all’anno inaspettatamente positivo, il 2013, dove le assunzioni sono state nuovamente quasi 24.000. “All’interno di questi numeri – hanno spiegato i tecnici di Italia Lavoro – c’è stata però una differenza sostanziale nelle tipologie contrattuali utilizzate, che hanno visto sempre più un calo dei tempi indeterminati, con una crescita del lavoro somministrato e a tempo determinato”.Guardando nello specifico i settori produttivi, quello che maggiormente ha seguito questo andamento altalenante è stato l’industriale, che ha visto ai Centri per l’Impiego di Gorizia e Monfalcone una situazione parallela, con una drastica riduzione contrattualistica nel 2012, seguita da un’impennata nel 2013. Sul goriziano i problemi maggiori sono stati riscontrati dal settore dei servizi, con un picco calante tra il 2008 e il 2009, per poi procedere con un lento e costante calo fino al 2013. Sul monfalconese la situazione è inversa: lo stesso settore, dopo il calo 2008-09, ha subito una lenta ripresa, per poi registrare una salita nel 2013, grazie alla ripresa delle attività legate al porto.Il “cuore” dell’indagine effettuata è l’analisi degli andamenti per singolo settore, che ha portato ad una previsione per l’anno in corso. Per quanto riguarda l’agricoltura, il settore è stato sottoposto in questi anni ad un andamento stabile, con una lenta ma continua crescita. Per il 2015 le previsioni sono positive, con una continuazione di quest’andamento in salita, seppur lieve. I “dolori” si registrano invece all’interno dell’industria: dopo il calo del 2008, ha proseguito negli anni successivi con un andamento decisamente altalenante, con momenti di ripresa seguiti da un nuovi cali, senza mai trovare un equilibrio. Purtroppo per il 2015 le previsioni segnano un ulteriore calo. Migliore invece la situazione per quanto riguarda il settore dei servizi che, nonostante la crisi e nonostante un lieve calo nel 2014, si è sempre mantenuto attorno ai 1.000 movimenti mensili. Per il 2015 le previsioni dicono che l’andamento dovrebbe riuscire a mantenersi su queste cifre.Interessanti anche i dati relativi alle qualifiche professionali. Per quanto riguarda l’alta dirigenza, il calo è notevole e l’andamento è in continuo calo. “Ciò significa – hanno sottolineato i tecnici – che molto probabilmente questo tipo di figura non è più presente sul nostro territorio perché ha trovato spazio altrove”. Per le figure intellettuali, scientifiche e di alta specializzazione invece, dopo un calo nell’anno scorso, per il 2015 si prevede una leggera ripresa: “c’è richiesta di questo tipo di figure professionali, ma non possiamo affermare che ci sia un vero e proprio sviluppo”. In calo anche le professioni tecniche ed amministrative, queste ultime fortemente legate alla contrazione delle attività economiche. Il discorso vale anche per le figure professionali qualificate all’interno del commercio e dei servizi: avendo a disposizione una minore risorsa economica, la clientela è meno disposta a spendere per salute, benessere e ristorazione.Tra i settori che registrano un andamento positivo, quelli degli operai e artigiani specializzati, con un trend piuttosto stabile e per il quale è prevista una leggera crescita, e le professioni non qualificate. “In questo caso però – hanno sottolineato i tecnici – si è assistito ad una trasformazione del sistema produttivo e, in questo settore, il forte picco nelle assunzioni è legato a contratti di lavoro somministrato e a tempo determinato. Le previsioni per il 2015 sono tuttavia alquanto incerte: c’è possibilità di un aumento, ma è strettamente legato all’andamento del ciclo produttivo”.