Acli, “sentinelle del territorio” a fianco delle famiglie

A pochi mesi dalla sua riconferma alla presidenza delle Acli provinciali abbiamo incontrato Silvia Paoletti, che si presenta in questo secondo mandato con molte idee da condividere con tutto il territorio. Prima tra tutte, un percorso di dibattito sulla tematica della dignità del lavoro, oggi troppo spesso messa in secondo piano.

Presidente, quali i primi obiettivi di questo suo secondo mandato?Sono contenta di essere stata riconfermata, perché significa essere riuscita a dare un messaggio di lavoro e cambiamento all’interno dell’associazione delle Acli isontine. Di fatto c’era bisogno di dare uno slancio a quest’associazione che, per altro, considera le sue associate un punto di riferimento molto importante per la persona e per la famiglia, in quanto – mai come in questo momento – le Acli possono e devono essere “sentinelle del territorio”.Il mio primo mandato iniziò, non lo nego, con qualche difficoltà, perché partire con i cambiamenti all’interno non facile. Con il secondo mandato, abbiamo una presidenza rinnovata e un Consiglio provinciale con alcuni membri nuovi e anche giovani – cosa molto importante per la vivacità dell’Associazione -. Il mio obiettivo era ed è avere una presidenza che rappresenti tutto il territorio: abbiamo presenti Gorizia – che rappresento io -, Gradisca d’Isonzo, Monfalcone, Ronchi del Legionari e, nei vari Comitati, tutta la provincia. Si potrà mettere in atto un lavoro con tutto il territorio nel suo complesso perché, anche se siamo una provincia piuttosto piccola, ci sono espressioni e bisogni diversi in ogni realtà; ciò che va bene per Gorizia, può non essere adatto per Gradisca o per Monfalcone. Avere presente la voce di tutto il territorio è fondamentale. Su questo ci siamo riusciti e ci stiamo lavorando sopra molto bene.

Ha accennato a dei comitati, di cosa si tratta?Il Comitato del Lavoro è nato lo scorso anno e quest’anno è ancora più forte – in riferimento anche al Giubileo del Lavoro -. Ci stiamo organizzando per una serie di incontri sulle problematiche legate all’occupazione, al primo posto mettiamo la dignità: il lavoro è un problema in quanto è difficile da trovare, se lo si trova lo si tiene stretto e, purtroppo frequentemente, ha poco o niente a che fare con la dignità della persona. Questa è la triste realtà dei fatti, non va bene e vogliamo pertanto realizzare una serie di iniziative, soffermandoci in particolare sulla realtà di Fincantieri. Stiamo lavorando per portare sul territorio degli ospiti illustri, esperti su queste tematiche. Gli appuntamenti saranno itineranti e si tratterà di appalti, subappalti, contratti, retribuzioni. In questo periodo storico sembrerebbe che sì, ci siamo evoluti, ma purtroppo dal punto di vista dell’occupazione, del lavoro e dei contratti di lavoro siamo tornati prepotentemente indietro, perché le persone e le famiglie non hanno più una sicurezza economica che permetta di vivere con serenità, di avere una famiglia, di poter far crescere dei figli. Vediamo esprimersi tutto questo soprattutto nei più giovani, che davanti a sé trovano un futuro incerto.Scopo delle Acli – non solo a Gorizia ma a livello nazionale – è cercare di dare un contributo al cambiamento: non possiamo pensare che i nostri giovani, oltre a non avere la certezza di una pensione quando sarà il momento, non abbiano la serenità di un lavoro pagato normalmente e abbastanza certo.

Riguardo quest’ultimo punto da lei sottolineato, si collega anche con i sostegni alla famiglia che voi come Acli mettete in atto…Esatto, come “Adotta una bolletta”, che ha avuto un buonissimo risultato due anni fa e si costituiva proprio come un’azione di sussidiarietà. Questa pratica è stata successivamente valutata per essere rivisitata, magari indirizzandola verso una raccolta fondi da convogliare nel già esistente progetto “Famiglie in Salita”, promosso da Arcidiocesi e Caritas diocesana. Importante è la prima fase di sussidiarietà ma è ancora più importante riuscire a dare alla persona la dignità di guadagnare, anche se poco, qualcosa che gli permetta di sentirsi impegnata, valorizzata e autonoma. Un piccolo stipendio guadagnato ha un valore certamente diverso da quello che può essere un contributo percepito ogni tanto.Mi auguro di poter rivedere a breve il nostro progetto con gli amici della Diocesi e della Caritas, perché forse è arrivato il momento di affrontare nuovamente questa problematica.

Avete già in mente anche altri nuovi progetti?Un’iniziativa molto importante, che vorremmo mettere in atto entro la fine dell’anno, è legata al tema della violenza sulle donne, coinvolgendo non solo gli adulti ma anche le scuole superiori della città e della provincia. Vogliamo mandare un messaggio ai ragazzi, perché riteniamo sia fondamentale in un percorso di crescita e maturità verso l’età adulta.Si riproporrà anche la Scuola per Genitori, lanciata nel 2015 con alcuni incontri, andati molto bene, e ci è stato chiesto di ripetere l’esperienza; verrà riproposta a Monfalcone, Gorizia e a Gradisca d’Isonzo. Ci è stato inoltre proposto, sulla scia della Scuola per Genitori, di mettere in atto un’idea – molto carina a mio parere – di un Incontro con i Nonni, ruolo fondamentale nella vita di un bambino, ma come fare per approcciarsi a questo in un ruolo che non è quello di genitore?Fondamentale poi l’attività con i circoli: essere presenti e – certamente – condividere le attività a livello provinciale con il territorio che, mi auguro, si entusiasmi a sua volta e segua le proposte che faremo.Infine, spero di vedere una maggiore partecipazione dei giovani: molti si impegnano nel sociale ma una buona parte, vuoi magari perché un po’ delusa dall’attuale situazione o perché magari non si sente all’altezza, fa fatica a mettersi in gioco, a tirare fuori le proprie idee. Ho l’impressione a volte che abbiano una vita molto “social”, ma solo sui mezzi di comunicazione; sarebbe interessante far capire come socializzare, parlarsi, condividere e come sia fondamentale l’aiutare ed aiutarsi.