Un Quaderno per chi ha sete di cultura

Cormons, sede patriarcale (VII-VIII sec.), irrisa per la rusticità. Invece qui ci andrebbe il punto esclamativo: per continuità e futuro che si vogliono dare alla tradizione, il di più che si dona all’economia.Michele Tofful, nella I parte di un saggio sul colle di Medea, tratta la geologia in modo essenziale; il prossimo numero vedrà gli ambiti naturalistici del Cormonese. Tarcisio Ceccotti – 12 pagine – si diffonde sul divenire della chiesa di S. Quirino, con accento sulla pace (1202) tra il patriarca di Aquileia e il conte di Gorizia. Cesella la vita della chiesa, gli aspetti che la facevano essere tale. Confine fra ’500 e ’700: confini scatenano istinti belluini, con sconfortante ripetersi di scontri, e stupefacenti progressi. Arriva un panorama sociale ed economico in un catastico del ’700. Il “nutrimento… della popolazione agricola” si riferisce “moderato consistente in pane di granoturco, in minestra di fagioli ed orzo, e di altri legumi con erbaggi, in companatico di carne suina-salata, di formaggio, di ova, e di pesce salato, ed in bevanda di vino…”. Sembrerebbe abbondante: primi, secondi, contorni…confortato dai vini. Ma è quel “moderato” a spiegare: si intuisce lista di o, o, o, non di e, e, e.Pesce salato: sardelle e aringhe cercavano complicità in polenta, pane di mais, a equilibrare quantità, sapori e sostanza. Il vino: di quello buono non c’erano pozzi.Capriva e Russiz: difficoltà anche del secondo ’800, e si sviluppa la missione, filantropica, nutrita di fede, di Elvine Ritter von Záhony, famiglia tedesca, attiva nella finanza, con carattere fondante nell’industria goriziana. Il castello di Russiz fu scuola per giovani povere, impegnate nella regola evangelica. Scoppiarono intense polemiche con la Chiesa cattolica: l’ecumenismo non era lì. Orietta Altieri ne trae un cammeo, per capire una baronessa avanti coi tempi, tanto da interessarsi agli alcolisti con impegno non moralistico.Eraldo Sgubin tesse un reportage sui Cormonesi nella grande guerra (perlopiù nel 97°). In punta di penna, scrive altro succoso articolo: ricordi del liceo; figure severe di professori epigoni del leggendario Staatsgymnasium di Gorizia; e su su, fino alla tragicità eroica della salcanese Milojka Strukelj, fucilata dai tedeschi nella II guerra mondiale.Intensa immersione nella classicità: mostra che Dimitri Pikoulas Canapa, ha donato a Cormons, riempiendo di miti, colori mediterranei, classicità greca legata alla storia cormonese (patriarcale, con un tocco di alessandrinità), la sala esposizioni di Palazzo Locatelli. Medico, di Atene, Pikoulas traduce raffinati studi di letteratura e filosofia greca, in immagini impregnate di pathos e colore. Luigi Brandolin porta intense riflessioni sulla grande guerra; in un friulano sapido e poetico, che si estende a due patetiche foto sul Colovrat, parla di guerra assurda e trasmette sgomento per come si possano macellare generazioni “par un toc di tiere”.La presidente di “Amîs da Mont Quarine”, Elena Gasparin, narra il concorso fotografico 2013 (I premio Loredana Bensa, II Tullio Marega, III Santina Odelli). Di lei è obbligo annotare l’arcobaleno di iniziative che la vede generosa, vivace protagonista. “La parola e il segno”: in 6 pagine la parola poetica di Rachele Omiccioli racconta, e cantano con il colore le immagini di Alessandra Padoan, supporto alle parole. Editi i testi dei concorsi letterari (2009, 2011, 2013) “Dolfo Zorzut”, alla IV edizione, in collaborazione con la Società Filologica Friulana. Se ne parlò nelle premiazioni: un mondo ricco di creatività, speranza per le lingue delle nostre terre.A cura di Elena Gasparin l’attività poderosa degli “Amîs” nelle manifestazioni maggiori, (Fieste da Viarte), e una sottile e persistente, per valorizzare il territorio. La nutrita relazione di GB Panzera sulla Società Cormonese Austria porta a conoscere la nostra storia, spesso imbalsamata da visioni nazionalistiche.Per chi è assatanato di cultura, nulla di meglio del quaderno: farà viaggiare al Centro Europa, a Siberia, Cina, Mediterraneo. Lunga crociera culturale, spesa irrisoria: 13 euro!