San Giovanni Paolo II, una guida fra due millenni

Giornata ricca di presenze, di arte e spiritualità quella svoltasi domenica scorsa nella suggestiva cornice del santuario mariano del Preval nel ricordo del papa San Giovanni Paolo II. Al mattino è stata celebrata la Messa solenne accompagnata nel canto con maestria dalla corale “Virgo Melodiosa” di Latisanotta che tra l’altro ha eseguito un possente “Aprite le porte a Cristo e il Totus Tuus di Frisina”: la liturgia eucaristica è stata presieduta da monsignor Norbert che durante l’omelia ha portato tante testimonianze personali sul Papa santo, facendo emergere la sua passione per la missione, per un’evangelizzazione senza confini, umana, accattivante, ecumenica.Il pomeriggio tutto intriso di preghiera, arte e spiritualità, con una bellissima esperienza di preghiera e di adorazione animata dai gruppi di Rinnovamento nello Spirito della diocesi di Gorizia e di un bel gruppo di fedeli del Rinnovamento del Collio sloveno, davvero si è sentita una comunione di fede che supera la diversità delle lingue, l’esperienza è stata sentita da tutti come un dono ricevuto in una giornata risultata per tutti davvero speciale. Apprezzatissimo è poi risultato il concerto “Per la pace dei popoli” con la partecipazione degli organisti Roberto Squillaci e don Federico Butkovi¤ e con la bellissima voce del soprano Rebeka Pregelj che ha eseguito diverse “Ave Maria” e altri brani. Al termine il parroco don Valter Milocco ha ringraziato tutti gli esecutori per il dono di un momento così artistico e spirituale che conclude la serie delle celebrazioni tenutesi al Preval.La domenica scorsa, la chiesa del Preval, illuminata da un caldo sole quasi estivo, aveva offerto alle numerose persone, riunitesi per ascoltare la presentazione del libro “Papa Giovanni Paolo II una guida fra due millenni” da parte dell’autore, prof. Fabrizio Fabbrini, due ore di inatteso piacere e di stimolante interesse.L’incontro è stato preceduto dall’esecuzione di alcuni brani, pizzicati all’arpa, dalla professoressa Laura Pandolfo la quale, quasi fusa col suo strumento, ha saputo trarre col tocco delle sue dita, da corde inerti, suoni struggenti, armoniosi e possenti, assonanze quasi angeliche, con le quali è riuscita a creare un’atmosfera preziosa, un ponte fra la terra e il cielo strappando applausi sentiti e commossi, da parte di tutta l’assemblea. La Pandolfo, aprendo il cuore e l’orecchio alla musicalità, con la sua esecuzione, ha creato un’ambientazione preziosa, per accogliere, con particolare interesse e attenzione, l’intervento del professore romano.Quello che abbiamo ascoltato, non è  stata solo la storia di un grande Papa, inserito nel contesto politico-sociale-ecclesiale del suo tempo, ma è  stata una vera e propria lectio magistralis, che ha affascinato e incantato i numerosi presenti. Il prof. Fabbrini, ordinario di storia romana e docente emerito della Pontificia Università  Lateranense e del Pontificio Istituto Orientale, ha delineato, in modo preciso e appassionato, la figura di Giovanni Paolo II, con sottolineature quasi inedite, riguardanti tutte le innovazioni introdotte nel suo pontificato, dal riconoscimento degli ebrei, quali nostri  fratelli maggiori nella fede, allo sguardo profetico  sull’ ecumenismo, alla rivalorizzazione della donna vista come dono di Dio all’uomo e alla società.Un excursus diverso dal solito, perchè  fuori dagli schemi del semplice raccontare e, arricchito, invece, dallo ’spirto guerrier’ che ancora ’rugge’ nell’anima di questo  professore, uso, fin dalla giovinezza, ad esprimere con coraggio, e senza temerne le conseguenze, le proprie idee, tanto che, ancora oggi, riesce a muovere il cuore di chi ascolta e a provocare sani desideri di discussioni e di appassionati interventi. All’incontro erano presenti anche fedeli del Collio Sloveno con alcuni sacerdoti, fra cui il decano don Sibau.Al termine, applausi convinti, sinceri e meritati per Laura Pandolfo e il prof. Fabbrini che hanno regalato ai presenti un forte momento di spiritualità e di piacere, ognuno con la bellezza e la forza della propria arte: l’arte musicale e l’arte oratoria! Un sentito grazie ad entrambi, per averci fatto volgere, cuore e mente, almeno per un momento, verso quel cielo dal quale, troppo spesso, ci allontana la durezza della quotidianità. Davvero ancora una volta il piccolo santuario che guarda al Collio si è fatto luogo di incontro, comunione e crescita spirituale.