Quella chiesa rinata dalle macerie della guerra

Il cuore del mese di agosto è stato caratterizzato per la comunità di Mossa da due eventi di festa e riconoscenza. Il novantesimo di consacrazione della chiesa parrocchiale e la festività dell’Assunta. Grande partecipazione di fedeli, nonostante le ferie che indubbiamente oggi hanno assunto una dimensione consumistica da una parte e occasione di ritrovo familiare dall’altra. La Messa solenne, preceduta da un concerto di campane a cura del locale gruppo degli scampanotadôrs, concelebrata dal decano del Collio sloveno Alojz Suban e da otto sacerdoti che hanno svolto il loro ministero pastorale a Mossa, è stata presieduta da mons. Mauro Belletti, che durante il suo ministero a Mossa restaurò la chiesa. All’omelia il celebrante si è ricollegato alla storia, a quei nove anni di profuganza post bellica, avendo la comunità parrocchiale come chiesa, soltanto la sala della vecchia canonica e la chiesetta dell’Assunta dei Baroni Codelli, al grande impegno della gente di Mossa all’indomani della prima grande Guerra che portò distruzione, disperazione e morte. Così, ha proseguito, la chiesa, la sua costruzione divenne segno tangibile di speranza, occasione per una nuova aggregazione del paese e della comunità. Ma la bellezza della chiesa ha proseguito non sono tanto le opere artistiche che contiene e che tutti oggi possono ammirare, bensì “i battezzati, i credenti che qui hanno pregato, creduto, amato, servito, condiviso, sperato e sofferto. Oggi la bellezza di questa chiesa siamo noi nell’essere pietre vive che testimoniano che il Signore ci ha riempiti di gioia e di speranza, di capacità di vedere e farci carico degli altri, di spezzare insieme il pane della Parola…” Al termine Vanni Feresin ha tenuto una breve ma suggestiva commemorazione storica, molto apprezzata perché ricca anche di particolari sconosciuti ai mossesi e ai presenti, che ancora una volta ha fatto risaltare la grandezza del sacerdote Eugenio PIvidor, parroco ricostruttore di Mossa e della sua comunità che gli si é stretta intorno con un impegno incredibile. Molto apprezzati sono stati i tre cori che hanno accompagnato la celebrazione.Il giorno dell’Assunta tantissimi i fedeli che hanno preso parte alla celebrazione serale sostenuta dalla “corale San Marco” e dal Coro Giovanile Regionale del Friuli Venezia Giulia, alla processione mariana resa ancor più bella dai due nuovi stendardi donati alla chiesa, dalla famiglia di Paolo Medeot, recentemente scomparso, e conclusasi con l’omelia di don Furlanut che ha ricordato quella tenuta 45 anni fa, sempre nella solennità dell’Assunta, quando a Mossa sarebbe ritornato da parroco, poco dopo la festività del 15 agosto.

Ringraziamenti

Anche da queste righe di Voce Isontina da parte della comunità parrocchiale di Mossa, un sincero e doveroso ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato in vario modo per le festività. Alle corali “San Marco”, “Coral di Lucinis”, al Barski Oktet di Lusevera, al Laboratorio corale dell’associazione Studio Musica, ai coristi del Coro Giovanile Regionale del Friuli Venezia Giulia, agli organisti e maestri. Ai tanti collaboratori per la processione e per il servizio mensa, ai portatori del trono della Madonna che hanno sfoggiato la loro nuova divisa. Un grazie alla famiglia Bregant Anna Maria, che in occasione della ricorrenza giubilare, ha donato alla chiesa, in memoria del figlio Paolo, i due nuovi stendardi mariani e a chi ha donato la nuova illuminazione della pala di Sant’Andrea.